Secondo il racconto della ragazza, assistita dall’avvocato Ernesto Donatello, l’uomo si era avvicinato a bordo di un’auto, una Lancia Y grigia. Spiegò di conoscerlo per via di un nomignolo, oltre che per la conoscenza di precedenti penali. “Mi chiese dove andavo, poi mi chiese di salire in auto. Gli risposi che non volevo, che ero sposata. Lui scese dalla macchina e provò a farmi salire strattonandomi per il giubbotto, per poi palpeggiarmi i seni”.
Al commerciante che la accolse all’interno della sua attività raccontò cosa le fosse accaduto. Dopo aver bevuto un sorso d’acqua, la donna si avviò verso casa, ma notò nuovamente la macchina del 43enne, che fu costretto ad andare via per non creare traffico alla circolazione in prossimità di un passaggio a livello.
I carabinieri raccolsero la denuncia della giovane, identificando l’uomo e arrestandolo dopo una perquisizione avvenuta a pochi minuti di distanza dai fatti. Nell’auto aveva anche un’ascia, che gli è valsa l’accusa di detenzione di arma bianca in luogo pubblico, dalla quale è stato però assolto.