Dopo essere uscite dal veicolo, le due donne hanno chiuso le portiere anteriori e volevano estrarre il bimbo da quelle posteriori. Piccolo problema: la chiave era rimasta all’interno dell’auto e la chiusura centralizzata era attivata. Non solo, il modello del veicolo, elettrico, avrebbe permesso di aprire l’auto grazie a una connessione Wi-Fi o una connessione mobile 4G, ma visto che questo si trovava in un posteggio sotterraneo, la connessione era completamente assente.
Prese dal panico, le donne hanno provato – assieme al custode del parcheggio – per quasi un’ora ad aprire l’auto con la forza. Dapprima hanno cercato di colpire il finestrino con un estintore. Non riuscendoci, hanno tentato con una sedia da giardino e un tavolino tavolo in metallo. Anche con questi strumenti, non sono riuscite a rompere il vetro.Alla fine, disperate, le donne hanno allertato la polizia.
Gli agenti hanno ci hanno in un primo momento provato con un martello d’emergenza, anche loro invano. Anzi, invece del vetro, a rompersi, dopo una dozzina di tentativi, è stato il martello.
Solo grazie all’utilizzo dell’apposita attrezzatura usata normalmente dai soccorritori i poliziotti sono infine riusciti a rompere il vetro e liberare il bambino, che era incredibilmente addormentato. Il bimbo, avvolto fra le braccia di Morfeo, non si è nemmeno accorto di ciò che stava capitando e nemmeno i rumori attorno a lui lo hanno svegliato.
Episodio analogo è avvenuto a Legnano, quando un bambino di circa 15 mesi è rimasto chiuso all’interno della vettura. Il piccolo giocando con le chiavi ha inconsapevolmente azionato la chiusura delle portiere. Ogni volta che la cronaca riporta questo tipo di tragedie, commenta Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, sembra impossibile che possa succedere. Eppure i casi di bambini piccoli che sono dimenticati in auto sui sedili o legati al seggiolino non sono così rari e capitano in famiglie normalissime ed a genitori apparentemente impeccabili e incapaci di fare del male ai propri figli.
Per i bambini restare in auto è molto più pericoloso che per gli adulti. Si chiama ipertermia, la loro temperatura corporea si alza più velocemente. Può arrivare già dopo 20 minuti e la morte sopraggiungere in due ore secondo quanto spiega un opuscolo del ministero della Sanità. In auto poi la temperatura può toccare i 40 gradi anche se fuori ce ne sono poco più di 20. Quest’ennesimo dramma però dev’essere da monito affinché non accada mai più.
Giovanni D’AGATA