Finito il primo turno, è già tempo di bilanci. Sia pure parziali. E non prima di ricordare che ai Mondiali si gioca in media ogni 4-5 giorni e perciò se si vuole arrivare alla fine della competizione occorre mantenere un impegno psico-fisico per l’intera durata di un mese.
Al primo turno, hanno destato impressione soprattutto il Belgio e l’Inghilterra, considerate però tra le squadre outsider e non principalmente favorite per la vittoria finale. Tra queste ultime, invece, ha stentato soprattutto la Germania, ma l’esperienza insegna che i panzer tedeschi spesso vengono fuori alla distanza.
A preoccupare di più i tedeschi e lo stesso Brasile, che è sembrato affidarsi come al solito al genio e all’estro dei singoli e in particolare di Neymar, è la possibilità che le due squadre si scontrino già agli ottavi.
Lo stesso rischio che corrono Argentina e Francia. Mentre i sudamericani sembrano affidarsi fin troppo al loro leader indiscusso, che è Messi, gli europei sembrano invece disporre sia di un organico completo in ogni reparto sia di giocatori in grado di risolvere la partita da soli. Così come la Spagna, bloccata sul pareggio dal Portogallo, grazie soltanto all’abilità e al potere fisico di Cristiano Ronaldo autore di una tripletta.
Tra le possibili sorprese del Mondiale, la più accreditata è sembrata la Croazia. Domani, alle 20, scenderà in campo a Nižnij Novgorod, stadio dalla capienza ufficiale di 43.319 posti, contro l’Argentina e sarà quindi già tempo di primi e importanti verdetti.
Alessandro Giubileo
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