Il parto cesareo era andato bene, il bimbo era sano e la ragazza di lì a qualche ora doveva anche essere dimessa dall’ospedale e fare rientro a Sapri. E invece, la neo mamma ha aperto una finestra, ha scavalcato un muro e si è lanciata nel vuoto, precipitando nel cortile interno dell’ospedale, di fronte alla vetrata degli ascensori e a pochi passi dalla Rianimazione, con tante persone che hanno avvertito il tonfo del corpo e poi lo hanno visto riverso in una pozza di sangue.
Un gesto improvviso, una decisione presa – probabilmente – in una manciata di secondi ma che resta tuttora senza una motivazione. Il 22 giugno scorso, quando era nato il suo bimbo, aveva postato su facebook un messaggio d’amore per il marito («La vita a volte ti mette a dura prova… Ma io e te come facciamo da tanti anni insieme tenendoci mano nella mano affrontiamo tutto con coraggio e andiamo avanti…sfidando ogni ostacolo! Oggi siamo diventati genitori la vita ci ha premiato e i miracoli esistono!») ed uno di ringraziamento alla Madonna della dolce attesa («Perché i miracoli esistono»).
A corredo dei suoi post, un piccolo cuoricino blu, in segno di amore per il suo «piccolo scricciolo» appena nato.
I medici avevano deciso di far partorire Antonietta con il cesareo perché la giovane donna, 28 anni appena, soffriva di tocofobia, la paura del parto. Una patologia che le era sorta dopo aver perso un altro feto, appena un anno prima, strozzato dal cordone ombelicale a cinque mesi.
Un aborto che lei non aveva preso bene e aveva in parte condizionato la sua serenità. Nonostante ciò, forte dell’amore di suo marito e desiderosa di costruire una famiglia, aveva trovato il coraggio di riprovarci. Ma, appena ha scoperto di essere incinta, sono iniziate le sue paure. Sottoposta ad una visita psichiatrica, e tenuta sotto osservazione anche dopo il parto, Antonietta da giorni sembrava essere tornata serena. Una serenità alla quale avevano contribuito anche i medici del Ruggi sottoponendola, appunto, al cesareo ed evitandole, così, lo stress del parto naturale.
Nella notte precedente il drammatico gesto c’è un elemento inquietante. Sempre su Facebook, la giovane mamma – come riporta La Città – aveva condiviso una strana storia che risale al 2016 nella quale si raccontava delle preoccupazioni di una donna per il suo serpente. Il pitone, si legge nel racconto, non mangiava da settimane e la proprietaria, preoccupata, si era rivolta ad un veterinario.
Grande fu lo stupore della donna quando si sentì dire dal medico che il rettile, che di notte si stendeva intorno a lei quasi a volerla avvolgere ed abbracciare, si stesse preparando a mangiarla.
«Hai amici che sono vicino a te 24 ore – si legge nella conclusione del post –, giorno e notte, 7 giorni su 7; sei affettuoso con loro, ma loro potrebbero avere inaspettate e cattive intenzioni. Non importa quanto amore gli dai. È necessario identificare il serpente intorno a voi e le sue vere intenzioni. Baci e abbracci non sono sempre onesti. Non temere il nemico che ti attacca, ma abbi paura dell’amico falso che ti abbraccia ». Cosa voleva dire con questo post? Cosa le è passato per la mente in quel momento?
Tutte le donne hanno paura del parto.
Quanti sono i parti naturali effettuati ed i cesarei?come al solito si parano perché FANNO SOLO CESAREI
Una paziente psichiatrica lasciata sola in struttura ospedaliera ad andare ad allattare?E soprattuttoUNA MAMMA LASCIATA SOLA!
GLI AUSILIARI ACCOMPAGNANO LE PAZIENTI.
RIPOSA IN PACE
… senza commentare con stronzate e sopratutto senza ergersi a sapienti inquisitori da quattro soldi.
Anima fragile riposa in pace