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Lotito e Mezzaroma presidenti equilibristi

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Claudio Lotito e Marco Mezzaroma, un po’ presidenti un po’ equilibristi, sospesi sul filo di un discorso di opportunità: c’è la ripida strada che porta a forti investimenti per provare a centrare un obiettivo importante nell’anno del centenario e quella meglio asfaltata – e quindi comoda – di una campagna rafforzamenti più mirata e non troppo dispendiosa. I titoloni relativi al colpo di mercato è ovvio che stuzzicano la fantasia dei tifosi, ma è meglio ricordarsi sempre e comunque anche della partita dei bilanci e di come non sempre con i grandi nomi si raggiungono risultati. Il Bari ne è un esempio. A ruota ci sono Palermo e Perugia. Squadre costruite per vincere e che sono rimaste in B con l’amaro in bocca ed i conti in sofferenza.

Per far bene in B servono i giocatori di valore. Il curriculum serve fino ad un certo punto. A nostro sommesso avviso il modello da seguire è quello del Cittadella capace di approvvigionarsi da svariate fonti di mercato spendendo meno di tutti e disputando negli anni campionati di vertice. Più che i nomi meglio concentrarsi su obiettivi reali, di quelli di certo più abbordabili che – in termini di spesa – non andrebbero a dissanguare le casse societarie.

Anche perché basta dare un’occhiata ai giornali di oggi per accorgersi che il pallone rischia di sgonfiarsi in alcune piazze dove nel recente passato non hanno badato a spese. Insomma, una programmazione oculata è l’unica ricetta capace di garantire un futuro alle società calcistiche e fortunatamente, in questo Lotito e Mezzaroma sono molto abili. Nel contempo, però, dovranno allestire una squadra di qualità perché se salvaguardare i conti è importante altrettanto importante è riportare la gente allo stadio investendo come detto non necessariamente sui grandi nomi ma sui calciatori di qualità.

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