“Siamo le tre figlie di Grazia Di Nicola. Siamo rimaste sconcertate dalle informazioni false che abbiamo letto sui giornali; tra l’altro nessun giornalista si è degnato di contattarci per ascoltare anche la nostra versione dei fatti. La sensazione è che qualcuno aveva deciso di colpire noi personalmente e la nostra religione a prescindere da quale fosse la verità. Non vogliamo perdere tempo a correggere tutte le informazioni errate incluse nell’articolo; quello che ci preme precisare è che noi abbiamo sempre rispettato — e rispettiamo — nostra madre, a prescindere dalle decisioni che ha preso in campo religioso. Il motivo per cui non siamo più in casa con lei non ha niente a che fare con le nostre credenze religiose. Ciò che ci ha spinto a lasciare casa nostra sono stati i continui maltrattamenti psicologici e fisici a cui ci sottoponevano i nostri genitori (entrambi non Testimoni di Geova) per obbligarci ad abbandonare la nostra religione. Per ben 17 giorni siamo state vittime di insulti e percosse da parte dei nostri genitori. A un certo punto, a ottobre 2016, nostra madre è arrivata a darci un ultimatum di un mese per farci cambiare le nostre idee e portarci a “pensare come lei”. Quel giorno stesso, però, lei stessa ha mandato via di casa una di noi dopo averla picchiata fino al punto di farle perdere conoscenza. In quell’occasione questa nostra sorella è finita all’ospedale, dopodiché ha informato i carabinieri di quanto era accaduto. Noi sorelle non abbiamo mai voluto far perseguire penalmente nostra madre e nostro padre per gli abusi subiti (sono sempre i nostri genitori), ma abbiamo notato che il loro comportamento è andato via via peggiorando. Ci dispiace che stiano strumentalizzando la situazione per mettere in cattiva luce la nostra religione”.