Hamasyan è un orgoglioso prosecutore dell’antica tradizione musicale di quelle lande così affascinanti ed apparentemente immanenti, magnificate dal canto libero del suo pianoforte, racchiuso nell’album “An ancient observer”.
E il progetto di Ravello sarà il riflesso di questo ultimo assolo discografico con un pianoforte sul quale convergono visioni di un mondo arcaico, perdute nel tempo.
“Ho immaginato un giorno di guardare il monte biblico Ararat dalla mia finestra, tra grovigli di fili elettrici e parabole satellitari pensando di osservare gli stessi uccelli, animali, fiumi e le montagne che l’artigiano di 4mila anni fa dipingeva sull’argilla”, ha detto Hamasyan in una recente intervista.
“È emerso un suono dove ogni brano mescola presente e passato, stipato di storie dei miei antenati scrittori, inventori, pittori e architetti che hanno cambiato il mondo con amore e bellezza”.
Sul palco della Città della Musica, in esclusiva estiva italiana, sarà da solo con il suo pianoforte, formula per la quale Hamasyan ha predilezione “La sento come una sfida perché scava nel profondo dell’animo, senza lasciarmi neppure un attimo di tregua per ascoltare il batterista o il basso”.