La verità è che era intubato e non cosciente, perché in coma farmacologico, quindi andava legato alla barella. Cosa che, invece, non è stata fatta.
C’era mio fratello presente, è testimone oculare». A dirlo al quotidiano Il Mattino oggi in edicola uno dei figli dell’uomo di 75 anni (e non 81 come scritto ieri da Il Mattino) originario di Cava e residente a San Giorgio, deceduto il giorno dopo essere caduto da una barella mentre veniva trasportato da un reparto all’altro dell’ospedale “Fucito” di Mercato S. Severino.
Il paziente era dializzato e il personale della struttura, per effettuare un monitoraggio più accurato, aveva ritenuto opportuno trasferirlo al reparto di rianimazione. Durante il trasporto, la barella si è improvvisamentespezzata e l’uomo avrebbe battuto la testa a terra. In quel momento era presente anche un familiare
L’uomo era già in gravi condizioni prima della caduta e gli esami successivi all’incidente, non avrebbero evidenziato ripercussioni. Eppure la famiglia ora vuol vederci chiaro e capire.
Secondo la famiglia la caduta potrebbe aver dato un colpo di accelerazione ad una condizione fisica già precaria, ma si attendono gli esami istologici – che saranno pronti per settembre – prima di avere risposte concrete.
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