Il sostituto procuratore, Roberto Penna, ha archiviato l’inchiesta che vedeva al banco degli accusati, per reati ambientali, i cinque eredi dell’azienda Pisano.
A presentare la denuncia – ricorda Il Mattino oggi in edicola – , fu il Comitato Salute e Vita presieduto da Lorenzo Forte che consegnò una lettera denuncia e i nominativi di 215 persone, alcune delle quali già morte, altre ancora in lotta per la vita. Un elenco di nomi sul quale hanno lavorato i carabinieri del Nas i quali, attraverso un lavoro certosino, hanno recuperato le cartelle cliniche di tutti e spulciato tra le carte per individuare quelli che potevano essere i casi degni di attenzione.
All’interno di quell’elenco individuati 35 referti degni di attenzione perché presentavano patologie compatibili con l’inquinamento da fumi e polveri.
Su volontà del sostituto procuratore Penna i carabinieri del Nucleo Antisofisticazione di Salerno hanno anche effettuato uno screening, attraverso una serie di verifiche all’Inps, di tutti i dipendenti della fabbrica che hanno sviluppato patologie tumorali delle vie aeree superiori e inferiori.
Due di questi erano già inseriti nell’elenco dei 35 casi selezionati. La ricerca dei Nas ha riguardato un arco temporale che va dagli anni ‘50 ai giorni nostri. È stato così che sono stati individuati – nel giro di sessant’anni – altri sei casi sospetti facendo lievitare il numero delle cartelle da 35 a 41.
Sono stati presi in considerazione soprattutto i casi delle persone decedute. E così si è scoperto che su 41 cartelle cliniche, 30 riguardavano fumatori accaniti che hanno fatto uso di tabacco dai 10 ai 30 anni. Quindi sono state effettuate delle ricerche sugli effetti del silice con il cancro e non si sono trovate prove scientifiche.