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Zanzara tigre, 70 province italiane invase: le zone a rischio

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Sono difficili da stanare. Si riproducono nelle piccole pozze di acqua, nei vasi lasciati al sole sui balconi, in qualsiasi fessura umida. Si nascondono bene col loro corpicino grande solo pochi millimetri, dai cinque ai poco più di dieci. La zanzara tigre, con le zampe e l’ addome attraversati da vistose strisce bianche e nere, si infila ovunque e ci prova e riprova a conficcare il suo doloroso pungiglione nei lembi di pelle scoperti d’ estate.

Dall’ Asia negli anni ’90 è arrivata fino in Italia. Non appena la calura estiva comincia a farsi sentire, la zanzara a strisce diventa un vero tormento che ci insegue di questi tempi, da nord a sud dello stivale.

Non c’è regione o città che tenga, in cui questo insetto non abbia piantato radici. Vape Foundation e Anticimex, azienda internazionale specializzata nel Pest Management e nei servizi di igiene ambientale, hanno divulgato un terribile “bollettino” di questi giorni fino al 1 agosto. Secondo le stime, infatti, sarebbe in corso una vera e propria infestazione da zanzare tigre che si sono annidate di questi tempi in ben 67 province italiane.

I CENTRI URBANI – La diffusione dell’ insetto tigrato è ormai estesa ovunque. Ma ad essere maggiormente colpiti sono proprio i centri urbani. Le città, dunque, fatte di strade, case ed edifici. Dalle campagne, invece, le zanzare tigre si tengono ben distanti. Nel Lazio, per esempio, in cima alla classifica di Vape Foundation delle aree urbane più infestate dai fastidiosi animali col pungiglione sono Roma, Latina e Viterbo, dove da una scala da 0 a 4, la presenza delle zanzare è quantificata a 4, il grado di diffusione più elevato. L’ allarme sta inoltre travolgendo la Sardegna che potrà vantare un livello 4 quasi ovunque.
Male anche in Basilicata, dove l’ infestazione massima sarà sia a Matera che a Potenza.
Puglia e Umbria saranno completamente invase, a causa del caldo opprimente.

La città di Palermo potrà salvarsi dall’ infestazione (indice 0) mentre il resto della Sicilia sarà completamente sotto scacco. La zanzara tigre non è così facile da affrontare. «Vanno prese numerose precauzioni per combatterne la diffusione», spiega Simone Martini, titolare del laboratorio entomologico di Padova “Entostudio”. «L’ insetto infatti», continua, «si rintana in tutti i contenitori dove è presente dell’ acqua: nelle caditoie, nei vasi, nei giardini privati, nei tombini.

Le disinfestazioni messe in atto dai Comuni, spesso non servono a molto nel caso della zanzara tigre. Questo perché sono i privati a dover prendere degli accorgimenti in casa propria, sui davanzali, nei cortili. Bisogna stare molto attenti, coprire vasi, svuotare le piccole raccolte di acqua». Non come accade dunque per le zanzare di altra specie che si trovano in mezzo al verde e l’ erba alta.

«Per le zanzare “normali”, la disinfestazione dei luoghi pubblici è sufficiente a tenere a bada il fenomeno e la diffusione. La zanzara tigre è in questo senso più complicata da combattere», aggiunge Martini.

Le protezioni e i repellenti a qualcosa possono certamente servire. «Cospargersi di creme protettive acquistate in farmacia può essere un buon metodo. Ma il problema anche in questo caso è che bisognerebbe provvedere diverse volte al giorno, perché la protezione dura solo poche ore», sottolinea Martini.

I RISCHI – In questi ultimi anni inoltre i fastidiosi animali si sono fatti le “ossa” e sono riusciti ad intrufolarsi anche in aree dove non avevano mai messo piede finora. «Si trovano per esempio in luoghi ad alta latitudine, sopra i mille metri.
Per esempio nei paesini sopra Belluno, dove anni fa non c’ era traccia, ultimamente hanno iniziato a diffondersi». I rischi che si corrono a imbattersi negli esserini a strisce ci sono e come. Dalle piccole irritazioni della pelle che la zanzara ha trafitto fino a reazioni allergiche più importanti che necessitano di cure mediche adeguate.

Non dimentichiamoci che solo l’ estate scorsa, una vera epidemia nel Lazio era stata causata proprio dalla zanzara tigre. «L’ insetto può fare da vettore ad alcuni virus tropicali, come il Chikungunya, il Zika e la febbre gialla, che nel nostro paese non sono presenti. Se qualcuno arriva dall’ estero con addosso una di queste infezioni, la puntura della zanzara tigre può dare il via a una vera e propria epidemia».

Fonte liberoquotidiano.it

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