Una ennesima importante attività finalizzata ad interrompere le attività di illecita gestione dei rifiuti che ha consentito di accertare che il titolare di un’opificio esercitava da anni l’attività di produzione di prodotti per l’agricoltura ed il vivaismo ed in particolare vassoi e sementiere in polistirene espanso sinterizzato (EPS) in assenza di qualsiasi autorizzazione ambientale.
Il controllo dell’opificio, iniziato in prima mattinata, dopo aver accertato che il ciclo di lavorazione era finalizzato alla produzione di prodotti per l’agricoltura ed il vivaismo ed in particolare vassoi e sementiere in polistirene espanso sinterizzato (EPS), un materiale derivato dal petrolio di colore bianco, che sotto forma di piccole perle trasparenti di polistirene, messo in contatto con vapore acqueo a temperatura superiore ai 90°C, ne favorisce l’espansione, facendo rigonfiare le perle fino a 20-50 volte il loro volume iniziale, procedevano al controllo del ciclo di lavorazione, accertando che la produzione di vapore, indispensabile per l’attivazione del ciclo di lavorazione, avveniva mediante un processo di combustione in un vecchio forno alimentato con sfridi di origine legnosa non identificabili, senza tuttavia provvedere al recupero delle ceneri combuste né, all’abbattimento delle polveri e dei fumi in quanto il sistema di filtraggio ed abbattimento benchè presenti non garantiva la captazione delle ceneri che risultavano sparse all’interno dei locali e sulla pavimentazione.
Nel prosieguo delle attività il personale accertava altresì l’illecito smaltimento delle acque prodotte dal ciclo di lavorazione direttamente sul terreno a causa dell’assenza di un sistema di vasche a tenuta così come previsto dalla normativa vigente, la presenza di una illecita attività di recupero di vassoi/sementiere esauste, illecitamente smaltite da aziende agricole che, in assenza di qualsiasi autorizzazione venivano raccolte e poi riciclate attraverso un processo di frammentazione e successivo assemblaggio tramite pressa.
A seguito di quanto accertato il personale tecnico procedeva al controllo delle aree di pertinenza accertando altresì che l’ampio piazzale a servizio dell’opificio era interessato da un notevole apporto di sfridi provenienti dalla scarificatura del manto stradale in assenza di qualsiasi autorizzazione o documentazione utile a comprovarne la non pericolosità, nonché da un corpo di fabbrica in via di ultimazione realizzato in assenza di qualsiasi autorizzazione di legge.
A tal punto dopo aver accertato l’assenza di qualsiasi documentazione utile a poter dimostrare la regolarità dell’attività di produzione, nonché della illecita gestione di raccolta e riciclo di sementiere /vassoi usati provenienti da aziende agricole e l’assenza di qualsiasi autorizzazione ambientale e documentazione utile a dimostrare il regolare smaltimento dei rifiuti e delle ceneri prodotte da anni, il personale operante, dopo aver richiesto l’intervento dell’ufficio tecnico comunale al fine di verificare la stabilità e la regolarità urbanistica della struttura e dei Vigili del Fuoco, considerato il diffuso fenomeno di inquinamento, procedevano al sequestro dell’intero opificio, di alcune aree di pertinenza per complessivi 1500 mq. ed alla denuncia alla Autorità Giudiziaria dell’imprenditore per illecito smaltimento di rifiuti, realizzazione di un deposito incontrollato di rifiuti speciali non pericolosi, abusivismo edilizio ed assenza di qualsiasi autorizzazione ambientale per l’esercizio dell’attività posta in essere.