«Il Governo gialloverde vuole sopprimere l’Ordine dei giornalisti, ridurre i fondi per l’editoria e puntare su “informazione condivisa” e sui social manager. Così si uccide l’informazione corretta e si dà un colpo mortale all’Editoria. Faremo di tutto per fermarli». Questa la dichiarazione dell’On. Gigi Casciello (Forza Italia), nel corso dell’audizione del Sottosegretario all’editoria Vito Crimi questa mattina in Commissione Cultura della Camera dei Deputati. «In Italia l’offerta di informazione – ha spiegato l’On. Casciello – si articola su tre direttrici: i grandi gruppi editoriali, con interessi nell’industria, nella finanza, che editano le testate più grandi; il mondo dell’informazione non profit, particolarmente radicato a livello locale, in grande parte organizzato sotto forma di cooperative giornalistiche; le piccole iniziative editoriali, quasi sempre solo digitali.
Come sempre la crisi che investe i settori caratterizzati da economie di scala: in Italia negli ultimi anni hanno chiuso centinaia di giornali o si è assistito a processi di fusioni o acquisizioni. La riduzione del sostegno pubblico all’editoria nel corso degli anni non ha avuto pari in nessun altro settore dell’economia del nostro Paese. E si sono perse decine di migliaia di posti di lavoro».
«Oggi – ha continuato nel suo intervento – sopravvivono ancora centinaia di piccoli giornali, editi da cooperative giornalistiche e soggetti non profit che consentono, comunque, di avere un’offerta eterogenea di contenuti. Questi piccoli giornali hanno un’altissima intensità di occupati, giornalisti, poligrafici e tecnici. Si parla di migliaia di persone: tra i dipendenti diretti e quelli dell’indotto (edicole, distribuzione, tipografia, collaboratori, agenzie di service eccetera) sono in gioco circa diecimila posti di lavoro. Le piccole aziende editrici non possono stare sul mercato, la sopravvivenza di questi giornali dipende, quindi, dal sostegno pubblico, ossia dall’intervento pubblico che riequilibra il deficit di mercato. Del resto questo è vero per tutto il settore della cultura, dell’arte e sport, ed è vero in tutto il mondo».
«La situazione delle piccole imprese editrici è di estrema fragilità e hanno bisogno di certezze. Il solo annuncio del taglio di 35 milioni del Fondo destinato a garantire il pluralismo, previsto nel Decreto dignità, ha reso impossibile l’accesso al credito bancario, già difficilissimo, e rende più arduo ottenere dilazioni dai fornitori (tipografie e cartiere in primis)».
Il Deputato azzurro ha ribadito: «Per fare i giornali si devono avere i giornalisti; e per ripensare ai giornali si devono avere anche giornalisti giovani. Il decreto legge chiamato Dignità penalizza i contratti a tempo determinato. Ma come si fa ad assumere in un quadro di assoluta incertezza? Ogni giornale che apre è motivo di serenità per una democrazia ed ogni giornale che chiude è ragione di grande preoccupazione. A prescindere dalla collocazione. Oggi oltre cento testate garantiscono un’informazione eterogenea e lavoro ad oltre diecimila persone tra occupati diretti ed indotto».
Tanti gli interrogativi rivolti al Sottosegretario Crimi: «Può garantire che non ci saranno tagli al Fondo per il pluralismo? Quante redazioni ha visitato in questo periodo? Oltre che con le associazioni, con la Fieg, con i grandi vertici, ha parlato con chi nei piccoli giornali ci lavora, ha il polso della situazione? Ha approfondito il tema delle modalità di distribuzione delle risorse? Lei intende il pluralismo come un valore democratico, o come un indicatore di mercato?
Nel fondo del pluralismo esiste un contributo di solidarietà (a carico dei soggetti che raccolgono la pubblicità) che ha come obiettivo quello di riequilibrare le risorse nel settore. E’ stata fatta una valutazione delle risorse che dovrebbero essere redistribuite nel settore? Ci dice gli importi stimati? Nel fondo al pluralismo ci sta il sostegno all’emittenza locale. Il settore è di competenza del ministero dello sviluppo economico, ma il fondo è unico. Toccare il fondo significa meno giornali e meno televisioni locali. E’ stato aperto un tavolo per coordinare le azioni tra due settori cruciali?»
L’On. Casciello, poi, nel suo intervento si è soffermato sulla circostanza che «il sottosegretario Crimi ed i 5stelle insistono sull’informazione “condivisa”. Vorremo capire cosa si intenda per informazione condivisa ma tutto fa supporre che Crimi e i pentastellati stiano pensando ad un modello “social”, dimenticando che la garanzia di un’informazione corretta per i cittadini viene dalla credibilità delle fonti e tale credibilità è tutelata e garantita solo dai giornalisti e nelle testate registrate dal direttore responsabile». In merito all’abolizione dell’Ordine dei giornalisti l’On. Casciello ha concluso: «E’ un piano insidioso nonché una decisione gravissima perché mina la libertà e la credibilità stessa dell’informazione».
forse volevi dire mina la libertà di disinformazione ………
FINALMENTE ! MI DEVI SPIEGARE PER QUALE MOTIVO DEVONO PAGARLI IL POPOLO E POI PER LEGGERLI RIPAGARLI? OLTRETUTTO GIORNALI DI REGIME CHE FANNO IL VOLERE DEL PADRONE POLITICO. MA PER FAVORE. (Egregio Antonio Esposito oggi e’ il sesto commento che scrivo ma nessuno pubblicato) Un po’ di vergogna no? Ecco parlando di padroni. vuoi vedere che anche tu?????
e fanno bene visto che la maggior parte dei giornalisti non fanno giornalismo ma sono sfacciatamente di parte; iniziassero a fare i VERI giornalisti; per la soppressione dei finanziamenti sono favoreole. Dove sta scritto che un’azienda editoriale debba avere fondi dallo stato ogni anno mentre altre aziende private di altri settori devono cavarsela con le loro forze altrimenti falliscono. Iniziate a cavarvela con le vostre forze se siate bravi vendete e fate profitto altrimenti si fallisce carissimo, legge di mercato.
Tutti gli ordini devono essere aboliti !! Al massimo l’iscrizione dovrebbe essere facoltativa e non quale obbligo per l’esercizio della professione. Superato l’esame di abilitazione, al posto degli ordini, basta un elenco pubblico per verificare la bontà del professionista. Ovviamente le casse ordinistiche devono rientrare tutte nell’alveo dell’inps con versamenti proporzionali all’effettivo guadagno. Basta con i contributi minimi, anche se guadagni zero, nel qual caso ti costringono per ragioni reddituali a cancellarti… “dall’ordine”!!
I fondi all’editoria sono un modo per pompare fondi ai partiti tramite testate sfigate che non vendono una copia. Sono anche molto graditi a chi ha un piede, o anche 2, nell’editoria, inutile fare nomi.
Ah no, è il fratello, allora è tutto diverso…
Direi che FI è caduta in basso ma non posso, sono zerbini del padrone per definizione.
con tutte le stron zate che scrivono a gratis le varie teste di web tutti i giorni…piuttosto ci vorrebbe una bella legge che spari dritto alla schiena a tutte le piattaforme on line travestite da fondazioni…..per esempio rousseau…ops…no? non va bene?….ops…