Il Barbuti Salerno Festival abbraccia Cuba e lo fa con la coinvolgente voce di Mariblanca Armenteros, una delle voci più prestigiose a livello internazionale della musica tradizionale cubana. Appuntamento all’insegna delle travolgenti note sudamericane, per una serata dal ritmo che affonda le radici nel più classico stile son cubano. Il concerto offrirà un repertorio di successi musicali, interpretati dalla regina Mariblanca, che va da Cuba Linda (colonna sonora del film Lost City), a Chan Chan dei Buena vista social Club, passando per Guantanamera di Joseito Fernandez e Quizas Quizas Quizas di Osvaldo Farrés.
Melodie conosciute in tutto il mondo capaci di raccontare una storia, un’emozione, il sentimento della gente. Un progetto musicale, denominato “Culture del mondo – Cuba la voce dell’America Latina”, ideato e diretto dal produttore artistico Antonio Pizzolla, che punta a diffondere la cultura di una terra lontana, ma assolutamente vicina quando si entra in contatto con le prime note dei generi nati a Cuba come son, bolero, cha cha cha, fino ad arrivare al jazz diffusissimo nell’isola. Una tradizione musicale che miscela il son di Cuba e la cultura africana, un’unione resa possibile sin da metà dell’Ottocento, dovuta alle vicende storiche che hanno caratterizzato la vita del Paese più conosciuto dei Caraibi. Ad accompagnare Mariblanca Armenteros sul palco del Salerno Barbuti Festival una formazione d’eccezione: Paolo Luiso al piano, Umberto Calentini al contrabbasso e Vito Giacovelli alle percussioni.
MARIBLANCA: CUORE DI CUBA. Nativa di Havana, la Armenteros studia nei migliori conservatori cubani con maestri d’eccezione. Nella sua brillante carriera vince un Egrem, il massimo premio discografico cubano. Fonda il gruppo Yanakuna e il trio Bellas Cubanas. Protagonista anche della televisione nazionale cubana, colleziona concerti in tutto il mondo e si esibisce insieme ad artisti del calibro di Roberto Sanchez, Alfredo Martinez, José Valladares, Celina Gonzalez, Fefita Hernandez. Inoltre ha condiviso lo scenario con Zucchero Fornaciari nell’evento Cuba canta a Italia trasmesso su Cuba Vision e, in alcune tournée al sud Italia, con l’Orchestra della Magna Grecia e la piccola Orchestra Sinfonica Mediterraneo.
UN MATTATORE DA 50 ANNI SULLE SCENE: BENEDETTO CASILLO
Sabato 18 agosto alle 21.15, per la XXXIII edizione della rassegna estiva di teatro “Barbuti Festival”, in largo santa Maria dei Barbuti, nel centro storico di Salerno, Benedetto Casillo presenta “Benedetto è Casillo – 50 anni al servizio del teatro” (ingresso 15 euro).
Mezzo secolo al servizio del Teatro. Da Petito fino ad oggi. Spettacolo in due tempi. Nel primo Casillo presenta “Don Felice creduto guaglione ‘e n’anno”, appunto una farsa di Petito. Una farsa perché la farsa è un gioco, un divertimento puro, schietto, ingenuo, fanciullesco. “E quanto bisogno ci sarebbe oggi della purezza dei più piccoli! – spiega Casillo – Il secondo tempo racchiude brani del mio repertorio di cabaret, scenette de “I sadici piangenti”, monologhi di stretta attualità”.
Benedetto Casillo – artista di spessore e di successo che deve parte della sua celebrità alla partecipazione a due film diventati veri e propri cult entrambi di Luciano De Crescenzo, Così parlò Bellavista e Il Mistero di Bellavista – è un vero campione della comicità, capace di far ridere senza mai cadere nella volgarità, in spettacoli adatti davvero a tutta la famiglia. C’è un feeling particolare tra Benedetto Casillo ed il teatro dei Barbuti. Sin dalla prima edizione della rassegna, infatti, il mattatore partenopeo ha calcato le tavole del palcoscenico di S. Maria dei Barbuti. Viceversa, il pubblico attendo ogni anno con grande fermento il suo arrivo, tanto da riempire sempre gli spalti.
L’anno scorso, Casillo ha ricevuto proprio ai Barbuti il “Premio Peppe Natella alla carriera” con la seguente motivazione: “Un atto dovuto per un grande attore da sempre legato al palcoscenico dei Barbuti, tanto da non mancare mai un appuntamento in cartellone”. C’era una grande amicizia ed una stima reciproca tra Peppe Natella e Benedetto Casillo. Casillo, oltre a riempire la platea, non si è mai limitato a fare lo spettacolo e ad andare via, ha sempre voluto parlare con il pubblico, incitando i salernitani a sostenere la storica rassegna.
Dal canto suo, Casillo ha detto del compianto patron della rassegna: “Per me Peppe Natella è stato un punto di riferimento a Salerno. E se lo dico io che non sono salernitano penso che a maggior ragione possano dirlo i salernitani. Per quanto ha fatto penso sia doveroso intitolargli un larghetto, un stradina, una piazza in questo quartiere del centro storico che lo ha visto operare instancabilmente per il teatro e per la cultura in generale. Quanto a Salerno per me è come una seconda casa, amo questa città ed il pubblico che mi accoglie sempre calorosamente”. L’auspicio di Casillo si è poi concretizzato, con l’amministrazione comunale di Salerno che ha affisso una targa ricordo, in ceramica, per Peppe Natella in largo Barbuti.