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Mancino chirurgico e lampi di genio: ecco chi è Di Gennaro

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Pirlo e Del Piero nel cuore: «Con Andrea ho avuto il privilegio di allenarmi al Milan: mostruoso nel calciare le punizioni. Di Alex, che dire: campione irraggiungibile». Davide Di Gennaro 30 anni compiuti il 18 giugno è il colpo da novanta del mercato della Salernitana. Un giocatore di qualità reduce dall’esperienza di Cagliari dove nell’ultimo anno ha avuto non pochi problemi per questioni di natura contrattuale.

Un talento che si è affermato con netto ritardo in Serie A e che riparte da Salerno, dalla B, per ritagliarsi un ruolo da protagonista e dimostrare tutto il suo valore in una piazza calorosa.

Nonostante i proclami e i paragoni (forse troppo pesanti) iniziali, il classe 1988 nativo di Milano resta nell’ombra. Le occasioni che si presentano non vengono sfruttate a dovere, i motivi sono molteplici. Dopo una lunga gavetta fatta di sacrifici e sudore, il duttile e fantasioso centrocampista è uno dei perni fondamentali della Salernitana di Colantuono che lo ha strappato a Parma e Torino.

I suoi inizi risalgono al 1993-94 con la Peschiera Borromeo, subito dopo la lunga trafila nel settore giovanile del Milan che, dal 1997 al 2007, plasma il suo talento regalandogli, il 19 maggio dello stesso anno, la gioia del debutto in massima serie, a San Siro, nella sfida contro l’Udinese subentrando ad Alessandro Costacurta. Il suo mancino è preciso, elegante chirurgico.

Ancelotti se ne accorge, ma preferisce far maturare altrove il potenziale del ragazzo. Così inizia il suo viaggio in lungo e largo per l’Italia: Bologna, Genoa, Reggina, Livorno, Padova, Modena e a quel punto avviene la separazione, ormai inevitabile, con il club che mai aveva deciso di puntare fino in fondo su di lui.

A puntare veramente su Di Gennaro è lo Spezia che, nell’estate del 2012, lo acquista a titolo definitivo. Con i liguri l’esordio avviene il 18 agosto in Coppa Italia proprio contro il Cagliari, in quella gara Di Gennaro segna anche il gol del pareggio su rigore. In campionato, invece, saranno quattro le reti siglate sempre dagli undici metri rispettivamente contro Hellas Verona, Brescia, Livorno e Ternana.

L’ottimo rendimento attira le attenzioni del Palermo che, appena retrocesso in cadetteria, lo preleva sottoscrivendo un contratto triennale. In Sicilia vste la maglia numero 10, lasciata libera dall’ormai ex capitano dei record Fabrizio Miccoli che nel frattempo si è accasato nel suo Lecce.

Il debutto in rosanero arriva nel secondo turno di Coppa Italia contro la Cremonese. Il 3 maggio 2014, dopo un torneo avvincente e a ritmi elevati, conquista la vittoria del campionato ottenendo l’immediata promozione in Serie A, con ben cinque giornate d’anticipo.

Nonostante il raggiungimento dell’obiettivo, però, il sodalizio di Zamparini non lo riconferma e lo cede in prestito a Vicenza dove, finalmente, Di Gennaro mette in luce tutte le sue immense abilità: in biancorosso diventa uno dei principali leader, è il vero trascinatore del gruppo e in 38 apparizioni firma 4 gol, tutti di pregevole fattura e molto spesso su punizione (vero e proprio marchio di fabbrica).

L’anno seguente, il Cagliari neo retrocesso in Serie B, lo acquista dal Palermo e lì inizia una favola che porterà i rossoblu sul tetto della serie cadetta. Ormai Di Gennaro (il cui contratto scadrà il prossimo giugno) è una garanzia assoluta, Rastelli se lo tiene stretto anche nella stagione successiva in A.

Il tecnico dei sardi lo definisce semplicemente geniale. E non ha tutti i torti. Il 30enne ripaga sempre in campo la fiducia e, da vecchio milanista, si rende autentico protagonista nell’impresa che vede il Cagliari trionfare sull’Inter a San Siro.

Di Gennaro, un talento che col tempo è venuto fuori e che si è fatto largo con abnegazione e impegno. Il suo mancino è rimasto sempre lo stesso, letale e chirurgico.

Davide Di Gennaro la scorsa estate è approdato  Formello a parametro zero dopo due anni giocati con i sardi, ma non ha convinto Inzaghi e i tifosi biancocelesti con poche presenze in campo e prestazioni appena sufficienti.

Il centrocampista ha giocato solo 4 partite di cui 3 in Europa League e 1 in campionato, senza mai trovare un goal o una giocata vincente per i compagni. L’ex Cagliari non si è trovato e non è entrato negli schemi biancocelesti sembrando sempre fuori dal gioco, rischiando poche volte la giocata e apparendo spesso in confusione in mezzo al campo.

Complice anche l’esplosione inaspettata di alcuni giocatori come Luis Alberto, Leiva e le conferme di Milinkovic, il milanese è sempre più lontano dal campo e le speranze di rivederlo diminuiscono notevolmente.

Ai suoi problemi di inserimento si aggiungono poi gli infortuni che lo hanno tempestato durante la stagione e non gli hanno permesso nemmeno di trovare la condizione ottimale per poter dire la sua.

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