TRE SCOSSE FORTI Finora sono tre i terremoti forti che hanno interessato l’area. Il primo di magnitudo 4.6 alle 23.48 del 14 agosto, seguito da uno sciame sismico di circa 15 scosse di intensità bassa. Giovedì invece due terremoti: il primo alle 20.19 di magnitudo 5.1, il secondo alle 22.22 di magnitudo 4.4 entrambi nella zona di Montecilfone. E poi uno sciame sismico, che ancora sussiste, composto da oltre cento scosse, con magnitudo da 3.5 e 0.9 e profondità sempre molto elevate.
FAGLIA TRASFORME La sismologa dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia Concetta Nostro elenca quanto finora è a conoscenza degli esperti. «Prima di tutto è importante chiarire che non si tratta della stessa faglia del sisma che colpì San Giuliano di Puglia del 2002. Ma di un’altra faglia con comportamento simile a quella di 16 anni fa».
Le dichiarazioni a caldo del presidente dell’Ingv Carlo Doglioni, sono state frettolosamente, ed erroneamente, sintetizzate. La sequenza sismica di Campobasso ha origine quindi da una «faglia trascorrente, ossia faglie in cui prevale il movimento orizzontale, simile a quella di San Giuliano ma simile a tante altre che insistono in questa zona, che ha un regime tettonico molto diverso da quello appenninico».
SEQUENZA LUNGA Poche le informazioni, proprio perché l’Ingv sta studiando il fenomeno e servirà del tempo prima di capire di più della faglia che sta provocando i terremoti. «L’area appare molto attiva» prosegue . «Dopo un terremoto di magnitudo 5.2 è naturale che ci sia una sequenza sismica, che potrebbe durare settimane o mesi. Ci aspettiamo altri terremoti ma non siamo in grado di dire quanto intensi ed escludere che possa essere anche più forte di quello di giovedì sera»
Fonte Il Mattino oggi in edicola
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