Insomma è una Salernitana decisamente più forte rispetto alle prime tre costruite da Lotito e Mezzaroma in B. Una squadra che ha qualità, sostanza e centimetri. Una squadra che potrà dire la sua nel torno di B ormai alle porte. Una squadra che dovrà coagularsi attorno a Di Gennaro che già ieri, con appena pochissimi tocchi, ha infiammato la torcida granata. Erano anni che non si vedeva un regista in mezzo al campo giocare con la testa alta, andarsi a prendere il pallone ed impostare la manovra.
Per anni, per tanti anni abbiamo assistito ai lanci lunghi dalle retrovie alla viva il parroco. Oggi la Salernitana ha un regista, oggi la squadra granata ha una testa attorno a cui costruire tutto il resto. Abbiamo notato ieri grandi motivazioni in tutti i calciatori che si sono alternati nei 90 minuti contro il Monopoli. Al di là dei curriculum è forse questa la migliore base di partenza, la migliore presentazione di questo gruppo di calciatori all’alba del campionato.
I 3110 spettatori che hanno salutato la squadra ieri all’Arechi hanno sottolineato con gli applausi il gradimento per questo gruppo di calciatori che dovrà lottare per alzare l’asticella, frase usata speso per evitare di pronunciare le parole play off o Serie A. Tra i più applauditi, ieri, Stefano Colantuono. All’allenatore di Anzio il compiuto più delicato e difficile: saper scegliere, ogni settimana, sempre i migliori. Individuare i più motivati.