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Crollo costone a Procida: intervento della Società Geologica Italiana

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Procida, Ischia, Ventotene e le altre isole vulcaniche italiane. Tragedie sfiorate, tragedie consumate che continuano a ricordaci dell’estrema fragilità del nostro territorio soprattutto in aree vulcaniche. E’ di ieri la notizia dell’ennesima frana da crollo che ha sfiorato alcuni bagnanti alla spiaggia di Chiaia a Procida.

Una baia di incantevole bellezza punteggiata da un borgo multicolore e da una sottile spiaggia a ridosso della ripida falesia segnata dalle tante eruzioni avvenute sull’isola da oltre 70.000 anni. Rocce piroclastiche legate a eruzioni esplosive facilmente erodibili e quindi inclini a fenomeni di crolli.  Sono aree segnalate dai ricercatori e dagli organi preposti a cui si dovrebbe dare la massima attenzione al fine di evitare tributi in termini di vite umane.

La Società Geologica Italiana, ente morale che da sempre ha fatto della divulgazione scientifica, oltre che della ricerca, il suo vessillo, da anni conduce una battaglia affinché si dia finalmente corso alla ripresa del progetto CARG nazionale al fine di rendere uno strumento fondamentale per la conoscenza del territorio e per una migliore pianificazione.

La conoscenza del territorio è prioritaria a ogni attività umana e di sviluppo. E la conoscenza del territorio passa necessariamente per la figura professionale del geologo, spesso dimenticata in questo Paese.

In un paese nel quale la cartografia geologica nazionale (CARG) è ferma alla copertura del 50% del territorio nazionale da più di quindici anni per mancanza di finanziamenti finalizzati, l’Isola di Procida dovrebbe rappresentare un esempio positivo perché è oggi disponibile una carta in scala 1:10.000 edita dalla Regione Campania, quale stralcio del progetto CARG al 50.000.

 

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