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Il video del rapper “afrosalernitano” Lamin fa il giro del web

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Un video di pochi minuti da un pedalò, girato da tre ragazzi originari del Gambia che prendono in giro il Ministro degli Interni Matteo Salvini, è diventato virale al punto che uno di loro, il più noto, il rapper Lamin Ceesay ha avuto numerose segnalazione sui suoi profili Facebook, oltre che un’enorme visibilità.

Nel video che sta girando tra social e Youtube si vedono tre ragazzi che si riprendono in un video selfie mentre sono su un pedalò: “Abbiamo fatto un piacere a Salvini, ce ne stiamo tornando a casa, senza stress, siamo in barca, siamo in gita.

Oggi abbiamo fittato questa barca e stiamo tornando a casa. Un saluto a tutti quanti, a Matteo Salvini, così ti accontentiamo, noi abbiamo fatto di nostra scelta. Non c’è bisogno di ONG, abbiamo fittato la nostra barca, non abbiamo bisogno di scafisti” dice Ceesay a cui fa eco un altro dei ragazzi che a un certo punto dice: “Siamo i negri perché non possiamo comprare il biglietto per l’aria”.

Il video sul pedalò

Il video si chiude con “Fascisti di merda, fascisti di merda a Salvini e alla sua gente gli sputo in faccia” che non sono altro che due titoli di canzoni di Ceesay, ventenne originario del Gambia ma residente a Salerno che pochi giorni fa aveva pubblicato proprio il video di “Fascisti di Merda #2 (Lega di Merda)”, che dava già l’idea del pensiero del cantante che in passato aveva anche detto la sua sulla possibilità paventata dal Ministro dell’Interno di chiudere i porti.

L’arrivo in Italia

Il cantante deve ancora trovare la sua strada e una popolarità che vada oltre i confini locali, ma a tracciarne un profilo sono stati, in questi anni, alcuni media locali che hanno raccontato la storia di questo ragazzo fuggito dal Gambia, arrivato in Libia, dove ha lavorato per trovare i soldi per imbarcarsi e sbarcare in Italia, lui che non sapeva nuotare e che, come ha spiegato, assieme ad altre persone ha dovuto rimediare ai danni del barcone su cui ha viaggiato.

In un’intervista del 2015 a Salerno Today raccontava: “Sono partito da solo in auto da Gambia quando avevo 16 anni. Ho affrontato un viaggio lunghissimo e ancora non credo di avercela fatta. Quando arrivai in Libia mi arrestarono perché ero senza documenti: sono stato in prigione per due settimane. Con me c’erano altre persone, ma non capivo la loro lingua.

Mi aiutarono a fuggire insieme ai miei fratelli più grandi (suoi amici ndr). Sono stato tre giorni nella foresta, poi nel deserto, senza mangiare. Avevo paura. Se i libici mi avessero ritrovato, mi avrebbero ucciso per l’evasione” e ha aggiunto “Sono arrivato a Tripoli e lì ho lavorato e guadagnato i soldi per imbarcarmi e venire in Italia. Io non so nuotare e avevo molta paura. La nave era danneggiata e noi stessi abbiamo provveduto ad aggiustarla alla meglio”.

La passione per il rap

A Cronache Salerno, invece, che lo ha sentito pochi mesi fa proprio per parlare degli sbarchi ha spiegato che “ora, a 21 anni, ho due lavori: in Prefettura come mediatore culturale e in una casa famiglia a Capezzano mentre prima facevo l’orafo” e nel tempo libero ama cimentarsi con il rap, la trap e l’R&B, senza disdegnare anche temi politici, appunto: “Parlo di amore, della mia vita e di quella dei miei, morti durante il viaggio per ricominciare a vivere ma anche di politica”.

Fonte FanPage.it

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