Nel video che sta girando tra social e Youtube si vedono tre ragazzi che si riprendono in un video selfie mentre sono su un pedalò: “Abbiamo fatto un piacere a Salvini, ce ne stiamo tornando a casa, senza stress, siamo in barca, siamo in gita.
Oggi abbiamo fittato questa barca e stiamo tornando a casa. Un saluto a tutti quanti, a Matteo Salvini, così ti accontentiamo, noi abbiamo fatto di nostra scelta. Non c’è bisogno di ONG, abbiamo fittato la nostra barca, non abbiamo bisogno di scafisti” dice Ceesay a cui fa eco un altro dei ragazzi che a un certo punto dice: “Siamo i negri perché non possiamo comprare il biglietto per l’aria”.
Il video sul pedalò
Il video si chiude con “Fascisti di merda, fascisti di merda a Salvini e alla sua gente gli sputo in faccia” che non sono altro che due titoli di canzoni di Ceesay, ventenne originario del Gambia ma residente a Salerno che pochi giorni fa aveva pubblicato proprio il video di “Fascisti di Merda #2 (Lega di Merda)”, che dava già l’idea del pensiero del cantante che in passato aveva anche detto la sua sulla possibilità paventata dal Ministro dell’Interno di chiudere i porti.
L’arrivo in Italia
Il cantante deve ancora trovare la sua strada e una popolarità che vada oltre i confini locali, ma a tracciarne un profilo sono stati, in questi anni, alcuni media locali che hanno raccontato la storia di questo ragazzo fuggito dal Gambia, arrivato in Libia, dove ha lavorato per trovare i soldi per imbarcarsi e sbarcare in Italia, lui che non sapeva nuotare e che, come ha spiegato, assieme ad altre persone ha dovuto rimediare ai danni del barcone su cui ha viaggiato.
In un’intervista del 2015 a Salerno Today raccontava: “Sono partito da solo in auto da Gambia quando avevo 16 anni. Ho affrontato un viaggio lunghissimo e ancora non credo di avercela fatta. Quando arrivai in Libia mi arrestarono perché ero senza documenti: sono stato in prigione per due settimane. Con me c’erano altre persone, ma non capivo la loro lingua.
Mi aiutarono a fuggire insieme ai miei fratelli più grandi (suoi amici ndr). Sono stato tre giorni nella foresta, poi nel deserto, senza mangiare. Avevo paura. Se i libici mi avessero ritrovato, mi avrebbero ucciso per l’evasione” e ha aggiunto “Sono arrivato a Tripoli e lì ho lavorato e guadagnato i soldi per imbarcarmi e venire in Italia. Io non so nuotare e avevo molta paura. La nave era danneggiata e noi stessi abbiamo provveduto ad aggiustarla alla meglio”.
La passione per il rap
A Cronache Salerno, invece, che lo ha sentito pochi mesi fa proprio per parlare degli sbarchi ha spiegato che “ora, a 21 anni, ho due lavori: in Prefettura come mediatore culturale e in una casa famiglia a Capezzano mentre prima facevo l’orafo” e nel tempo libero ama cimentarsi con il rap, la trap e l’R&B, senza disdegnare anche temi politici, appunto: “Parlo di amore, della mia vita e di quella dei miei, morti durante il viaggio per ricominciare a vivere ma anche di politica”.
Fonte FanPage.it