I Giudici salernitani, dunque, hanno sentenziato che durante le elezioni dell’11 giugno 2017 Saggiomo, candidato nelle fila della lista “Camerota Riparte”, non era eleggibile, stante le sue tardive dimissioni da legale rappresentante de “La Calanca srl”, società partecipata al 51% dal Comune di Camerota ed impegnata – all’epoca – tra l’altro, nella gestione dei parcheggi.
Neppure in secondo grado, dunque, le argomentazioni difensive hanno convinto i Giudicanti, che – contestando punto su punto i motivi di doglianza – hanno accolto altresì la tesi del Comune di Camerota, rappresentato anche in secondo grado dall’avv. Mariangela Agresti, circa la legittimazione ad essere parte processuale e tutelare la libertà di esercizio del diritto di voto da parte di tutti i cittadini.
La delibera n. 10 del 19 giugno 2017 (che non aveva convalidato l’elezione del consigliere di opposizione) è, dunque, legittima e validamente adottata dal Consiglio Comunale, nel quale – nel frattempo – ha fatto ingresso da oltre un anno Sara Infantini, prima tra i non eletti della lista “Camerota Riparte”.
Saggiomo, in definitiva, non ha rimosso per tempo la causa d’ineleggibilità e quando la Camera di Commercio di Salerno ha annotato la modifica in seno a “La Calanca srl” (26 giugno 2017) era troppo tardi. Ciò lo ha reso candidabile alle elezioni amministrative dell’11 giugno 2017, ma non eleggibile.
Appresa telefonicamente la notizia, il sindaco di Camerota Mario Salvatore Scarpitta, impegnato senza soluzione di continuità a gestire gli ultimi scampoli di una stagione estiva in cui l’Amministrazione Comunale ha dovuto lavorare tantissimo per via delle varie emergenze, ha immediatamente commentato: «Prendo atto di quanto statuito dalla Corte d’Appello di Salerno e non sta a me commentare, né esprimere valutazioni di legittimità o di merito. Chiaramente – come già evidenziato dopo la decisione del Tribunale di novembre scorso – esprimo la mia solidarietà personale a Giancarlo Saggiomo, nonostante questi, gratuitamente, si è lasciato andare privatamente e pubblicamente ad offese ingiuste ed acredini ingiustificate. Sbollita la rabbia si accorgerà di essere stato mal consigliato, indotto in errore e solo utilizzato da chi ne ha carpito la buona fede. Per me, torno a ripeterlo, Saggiomo è la vera vittima di questa vicenda, tratto in errore da chi – al contrario – avrebbe avuto il dovere di tutelarlo. Se interessato a Camerota, può dare comunque il suo contributo anche fuori dal Consiglio Comunale, avendo io l’onore di guidare una compagine amministrativa aperta, al di là delle fisiologiche contrapposizioni politiche od ideologiche, ai consigli ed ai contributi di tutti coloro che hanno a cuore il bene della Comunità e non interessi personali o di parte».