La donna, l’amore, la passione, il tradimento, la morte, la vita… Il contrastato caleidoscopio dei sentimenti è stato il filo conduttore dell’esibizione. Un viaggio nell’universo femminile che rompe i confini geografici e temporali. E così, dal ‘200 di Cecco Angiolieri, irriverente cantore della lirica “S’i fossi foco”, lo spettatore ha viaggiato fino ad arrivare alla rotonda e piena sensualità sudamericana di Neruda, passando per il linguaggio amoroso di Salinas e i battiti del cuore di Leopardi che decanta la sua Silvia.
L’interpretazione appassionata e vibrante di Giannini ben si è intrecciate con l’esecuzione dei brani proposti dal Marco Zurzolo Quartet e le gag esilaranti orchestrate con il musicista, in perfetto equilibrio tra musica e parole. Ottimo livello musicale con brani come “Quizas, quizas, quizas”, o i singolari pezzi, sempre in chiave jazz, della tradizione napoletana, che hanno incantato la platea. Non poteva mancare un omaggio a Pino Daniele, con “Je so’ pazz’” che Zurzolo ben conosceva e con il quale ha collaborato.
Grande pathos per l’elogio funebre di Marco Antonio tratto dal “Giulio Cesare” di Shakespeare e il dubbio esistenziale esposto per l’”Amleto”. I due brani, la cui interpretazione è stata straordinaria, hanno riscosso lunghi applausi da parte pubblico.
Il prossimo appuntamento con la grande musica dell’Irnofestival è per domenica 2 settembre, alle ore 21, nell’atrio del Duomo di Salerno, splendido coprotagonista della kermesse.
A esibirsi sul palco sarà il Quartetto d’archi del Teatro alla Scala:
- Primo violino, Francesco Manara
- Secondo violino, Daniele Pascoletti
- Viola, Simonide Braconi
- Violoncello, Massimo Polidori.