Al Castello Aragonese di Agropoli, martedì 4 settembre alle ore 20, è la volta di “Pensare al Futuro”. L’ultimo lavoro di Vincenzo Pepe, giurista e filosofo riconosciuto a livello internazionale come il teorico dell’ambientalismo responsabile, presidente-fondatore di FareAmbiente Movimento Ecologista Europeo e della Fondazione Giambattista Vico, è protagonista della XI rassegna letteraria “Settembre Culturale”, dedicata quest’anno a Giuseppe Ungaretti, autore italiano che parlò della Città di Agropoli nel suo “Viaggio nel Mezzogiorno”, fatto nella primavera del 1932.
Sostenibilità, conoscenza e resilienza. Parte da qui la “terza via dell’ambientalismo”: un nuovo modello di ambientalismo, quello ragionevole, libero dai “no” preventivi, scevro di preconcetti. Dalle fonti rinnovabili ai cambiamenti climatici, dai trasporti ai nuovi orientamenti in materia di infrastrutture, dal paesaggio alimentare alla Dieta Mediterranea fino alla buona qualità della vita, la sfida di Pepe è dimostrare che una rinnovata cultura dello sviluppo e della cura dell’ambiente vede necessariamente il convivere del buon senso, della conoscenza, delle tradizione e delle innovazioni tecnologiche.
L’ambientalismo non riguarda solo la natura, ma abbraccia l’uomo e la società: per coniugare il rispetto della Terra e delle risorse naturali con lo sviluppo sostenibile, l’autore sviscera episodi attuali come l’esperimento del CarbFix Project, la revisione della Tav Torino-Lione, i lavori per il gasdotto in Puglia, chiedendo(si) quale sia la via giusta per garantire occupazione, sviluppo e approvvigionamenti energetici con il minor impatto possibile per l’ecosistema. E ragiona sulla questione rifiuti, quella alimentare, sulle vacanze sostenibili, e altri argomenti ancora.
Controbatte i modelli ideologici e politici, e cerca la strada per la sostenibilità autentica. Ma – avverte- che urge una conoscenza vera dei temi ambientali, perché senza informazioni giuste e corrette, non siamo in grado di trovare la “ricetta giusta”. Bisogna, quindi, essere resilienti e, come sottolinea in ogni capitolo, partire dalla questione dello “sviluppo culturale”, in quanto “l’ambiente è cultura, memoria, identità; è un valore pari alla libertà e alla democrazia”.
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