Invece no, questa potrebbe essere la descrizione di una qualsiasi sera a Salerno. Che sia primavera, estate, autunno, inverno e ancora primavera, la situazione, da qualche tempo a questa parte, è sempre la stessa. Lo è nel cuore della città vecchia, lo è anche in tutti gli altri quartieri. Perfino la Rotonda, storico luogo di ritrovo, fulcro di economia e movida, appare in tutta la sua desolante solitudine. Le periferie, sempre piuttosto maltrattate, oggi sono diventate periferie di se stesse.
E’ l’articolo che troviamo su L’Ora di Cronache settimanale diretto da Andrea Pellegrino e distribuito gratuitamente ogni giovedì
Eppure, non sono lontanissimi i tempi in cui il centro storico, tanto nella sua parte interna che in quella esterna, era colmo di persone; di giovani che tra un panino, una bibita, una chiacchiera e della buona musica, trascorrevano le proprie serate. Crescono le persone, cambiano i tempi e la movida si modifica. In città, però, l’involuzione è stata troppo netta per passare inosservata, soprattutto se paragonata al rifiorire della vita notturna in territori vicini – uno su tutti, quello di Cava de’ Tirreni che può contare su diverse iniziative e su un buon utilizzo della mediateca Marte –, che stanno riprendendo in mano le redini del settore, riuscendo a interessare e coinvolgere in maniera mirata e diversificata un pubblico più ampio.
Il fenomeno “Movida”, quello sul quale la città e i suoi amministratori hanno puntato nel corso degli ultimi 25 anni, non c’è più o, almeno, è cambiato talmente tanto da essere irriconoscibile perfino per gli stessi salernitani. Il punto forte della movida cittadina sono sempre state le attività del ramo della ristorazione, con qualcuna di quello dell’intrattenimento a provare a tenere il passo. Un’offerta mai troppo ampia, che, con gli anni, ha finito per appiattirsi completamente fin quasi a scomparire.
Le realtà che provano a diversificare, a mettere a disposizione dei salernitani una serata che concili gastrononia e intrattenimento, sono ormai poche e sono sempre più isolate. Circostanza, questa, che ha portato alla chiusura di storiche attività commerciali, crollate sotto il peso di un’assenza troppo ingombrante. Senza parlare dell’assenza di aree parcheggio, comode e con prezzi contenuti: le attuali zone di sosta, infatti, sono poche e decisamente care. In molti, infatti, desistono dal proposito di fermare la propria vettura e si recano altrove.
Certo, stando all’ultimo studio condotto dalla Camera di Commercio di Milano MonzaBrianza Lodi, Salerno, con 22.924 esercizi, si attesta quale sesta provincia italiana per numero attività legate alla movida (ristorazione, alberghi, shopping, tempo libero, sport, eventi e musica). Un numero che pone il Salernitano immediatamente alle spalle di realtà come Roma, Napoli, Milano, Torino e Bari. Peccato, però, che molte di esse si trovino a fare i conti con fatturati che fanno tutt’altro che sorridere.
Fonte L’Ora di Cronache in distribuzione gratuita ogni giovedì