In particolare saranno valutate tutte le opportune iniziative anche in ordine al comunicato del CODACONS , non tanto in merito al legittimo esercizio della tutela collettiva che si preannunzia, quanto per tono, contenuto e tenore di tale “preavviso”, che pone in parallelo la situazione della scrivente azienda con la vicenda dell’Ilva di Taranto: raffronto questo che è del tutto infondato in fatto e in diritto.
Va, infatti, ricordato che l’Ilva è la più grande acciaieria di Europa e si estende su circa 15 milioni di metri quadri – una superficie pari a più del doppio dell’intera città di Taranto – occupa 12mila dipendenti diretti e trasforma oltre 20 milioni di tonnellate di materie prime.
“Contiene” al suo interno 190 chilometri di nastri trasportatori, 50 Km di strade e 200 KM di ferrovia, 5 altiforni , 5 colate continue , 2 treni di parchi minerali , 2 cave , ecc ecc . E’ interessata da un ciclo di produzione che si svolge h24 per tutto l’anno. Evidente, quindi, che a questi grandi numeri corrisponda anche un grande impatto in termini ambientali .
La Fonderia Pisano è, invece, una fonderia di seconda fusione e, quindi, non è strutturata per lavorare le materie prime, ma unicamente per trasformare i pezzi di ghisa in altri pezzi di ghisa. Non ha una lavorazione a ciclo continuo ed ha una produzione annuale più o meno pari (nella migliore delle ipotesi) alla produzione giornaliera dell’Ilva.
Lo stabilimento delle Fonderie Pisano si estende su di una superficie che è molto più contenuta (meno di un centesimo di quella dell’Ilva), ha un solo forno di colata e un nastro trasportatore di lunghezza contenuta. All’interno del perimetro delle Fonderie non vi sono né strade a scorrimento veloce né ferrovie.
Evidente, quindi, la strumentalità del richiamo alla vicenda ILVA, che potrebbe ingenerare l’errato convincimento che siano comparabili le due situazioni mentre anche in linea teorica il paragone non regge, soprattutto in riferimento alla sostanziale differenza in termini di impatto ambientale rispetto alla lavorazione delle materie prime (che non avviene nello stabilimento di Fratte).
Per cui la strumentale comparazione con l’Ilva sottolinea lo scopo del tutto denigratorio .
In conclusione, lo scrivente è costretto nuovamente a precisare che l’azienda non intende tollerare ulteriormente il gravissimo clima che si intende creare intorno alle vicende giudiziarie e/o amministrative , fin qui, ove concluse, con piena esclusione di illeciti riconducibili all’attività aziendale, soprattutto , per quel che qui interessa, nell’attualità , e perseguirà, quindi, sul piano civile e penale chi se ne sta rendendo artefice.
Prof. Avv. Salvatore Sica