Per Di Maio, la liberalizzazione delle aperture festive sta addirittura distruggendo le famiglie italiane. E si ripete insistentemente che l’Italia sarebbe l’unico paese Ue ad aver adottato sotto l’efferato Mario Monti – un regime di mancate restrizioni.
Lo scrive Il Mattino oggi in edicola.
Ma basta ascoltare i protagonisti della distribuzione per capire che non c’è unanimità di consensi sia pro che contro alla chiusura festiva. La linea di divisione riflette un profilo del settore assai complesso: cosa succederebbe, ad esempio, per i negozi dei centri turistici? E se ci fosse una deroga per le aree turistiche, una grande città è turistica fino a che distanza dal centro?
Se si riduce l’orario di apertura dei supermercati – senza contare gli altri negozi – sarà inevitabile ridurre la forza lavoro, probabilmente nella misura di 40/50 mila posti». Secondo Claudio Gradara, presidente della Federdistribuzione, l’associazione delle imprese di distribuzione, l’accanimento contro le aperture festive è inspiegabile.
«Ogni domenica – spiega Gradara – oltre 19 milioni e mezzo di italiani fanno un acquisto». Di avviso opposto i sindacati dei dipendenti da sempre favorevoli al non lavoro domenicale che pure viene pagato di più. Mentre resta in finestra un convitato di pietra: il commercio on line. Che – fonte Istat – nell’ultimo anno ha registrato un boom: + 13,6%.