Denunciare? Nessuno ci pensa, anche perché la ragazzina tornerebbe presto per strada con l’aggravante della sete di vendetta. E, di questi tempi, non si sa mai cosa può accadere. L’ultimo, inquietante, episodio di violenza si è verificato qualche giorno fa nei pressi dell’ufficio postale di Lungomare Trieste, a due passi da una nota pizzeria.
La giovane, davanti a diversi testimoni inorriditi, ha pestato a sangue una ragazza prima di allontanarsi. Nessuno ha chiamato le forze dell’ordine e nulla è stato possibile fare per evitare il peggio.
Il problema grosso è che in questi casi la forza pubblica può fare poco perché per le aggressioni, salvo che non si prefiguri un problema di ordine pubblico, vale la querela di parte. In sostanza è la vittima che deve denunciare l’aggressore, altrimenti buonanotte.
Ma, francamente, considerata la violenza di questa baby “bulla” chi rischierebbe di finire in un pandemonio per una denuncia? Chi proteggerebbe le vittime una volta tornato in libertà l’aggressore? I giovanissimi salernitani, però, hanno paura. In molti evitano ormai di frequentare i posti in cui potrebbero incotrare questa ragazzina, soprattutto la zona di Santa Teresa e via Roma, per il timore di finire nel suo mirino e vivere un incubo.
Ad ogni modo pare che le generalità di questa adolescente violenta siano ampiamente note, così come il fatto che abiti nel centro storico di Salerno. Probabilmente proviene anche da un contesto sociale e familiare difficile, altrimenti a 14 anni non si giustificherebbe tanta rabbia nei confronti degli altri ragazzi. La descrizione? Bassina, sovrappeso, un po’ mascolina.
La situazione è allarmante, ormai siamo passati dalle baby gang ai bulli che, da soli, seminano il panico in giro per la città. E quanto sta accadendo con questa giovanissima “bulla” deve far riflettere sulle condizioni sociali di una città che ha il dovere di occuparsi dei propri giovani, soprattutto quelli che definiremmo “difficili”
Fonte Le Cronache oggi 25 settembre in edicola