“The Times” rileva, infatti, le performances di migliaia di università mondiali considerando le mission fondamentali: didattica, ricerca, trasferimento delle conoscenze, prospettive internazionali. L’Università di Salerno, che lo scorso anno è entrata per la prima volta in classifica collocandosi da subito nella top 400 degli atenei mondiali, conferma il suo posizionamento nel gruppo 351-400.
In particolare, tra tutte le italiane presenti nel ranking, che quest’anno ospita un numero maggiore di atenei, UNISA si colloca al 12° posto, sulle 43 università d’Italia presenti. Inoltre, sempre dal confronto con gli atenei nazionali, l’Università di Salerno si posiziona nella prima metà della graduatoria, confermandosi leader al Centro-Sud, appena dopo l’Università Federico II di Napoli (all’11° posto e al 345° al mondo).
Difatti l’indicatore “Citations”, che esamina il ruolo delle università nella diffusione di nuove conoscenze e che viene studiato calcolando il numero di volte in cui lavori di ricerca pubblicati da un ateneo vengono citati da studiosi a livello mondiale, evidenzia per UNISA un punteggio pari a 93.9 (contro l’87.8 dello scorso anno), collocando l’ateneo al 2° posto tra le Università italiane più influenti nella ricerca, secondo solo all’Università tematica San Raffaele di Milano e primo assoluto tra le generaliste.
“È un traguardo di cui siamo molto soddisfatti – continua il rettore – perché va a premiare gli sforzi messi in campo in questi anni per rendere UNISA un polo di riferimento scientifico a livello internazionale. Lo testimoniano anche i risultati conseguiti nel ranking delle giovani università del mondo, ovvero di quelle con meno di 50 anni. In questo ranking l’Università di Salerno si è posizionata al 69° posto (mentre era 71esima lo scorso anno), quarta tra le italiane e primo ateneo del Centro-Sud, in perfetta coerenza anche con la classifica nazionale de “Il Sole 24Ore”.
Guadagnare posizioni nel confronto con gli atenei del mondo è, a mio parere, uno dei modi più efficaci per migliorare le prospettive di studio, formazione e lavoro per i nostri giovani, favorire il processo di internazionalizzazione ed attrarre i migliori docenti e studenti”.
“Non è un caso – conclude il rettore – che in questi giorni il Ministero abbia premiato ancora una volta Unisa con un incremento della quota percentuale FFO, riconoscendo l’impegno dell’ateneo su didattica, ricerca, internazionalizzazione e attenzione agli studenti”.