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Verdetto Crescent: oggi la sentenza sulla realizzazione dell’opera di Bofill

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E’ il giorno del giudizio sul processo Crescent cominciato tre anni fa. E’ attesa per oggi la sentenza che riguarda 22 imputati tra cui il governatore della Campania Vincenzo De Luca.

In una delle ultime udienze prima della pausa estiva, anche il governatore De Luca ha rilasciato dichiarazioni spontanee affermando come «il processo sia nato da una serie di forzature sulla realtà dei fatti.

La mezzaluna a firma di Riccardo Bofill è l’opera urbanistica più controllata ed indagata d’Italia» e ha ricordato che si tratta di un’opera di «interesse pubblico realizzata su un’area urbanizzata».

Il Crescent, dice, è una delle opere che “hanno cambiato il volto di Salerno, una città che è diventata un modello di trasformazione urbana fatta di concretezza, rigore spartano. Abbiamo appaltato opere per tre miliardi e non c’è stata alcuna sbavatura”.

“Se c’è un’operazione urbanistica che è totalmente d’interesse pubblico, quella è il Pua di Santa Teresa” si è difeso De Luca durante le dichiarazioni spontanee rese stamane a Salerno nell’ambito del processo “Crescent”. “La presenza di abitazioni all’interno del Crescent è stata voluta da Bofill per evitare l’effetto Eur o centro direzionale di Napoli. L’esigenza pubblica era avere lì le famiglie”.

Poi, parlando della sdemanializzazione dell’area di Santa Teresa, De Luca ha ricordato di aver “inviato una lettera, preparata dall’ufficio Demanio, per chiedere il trasferimento al Comune dell’area. Potrei fermarmi qui perché ci troviamo di fronte a valutazioni di carattere esclusivamente tecnico”.

In merito alle autorizzazioni paesaggistiche il presidente della Giunta regionale ha evidenziato come il “Pua di Santa Teresa è rimasto pubblicato per due mesi ma nessuno ha fatto osservazioni. La lettera della Sovrintendenza con cui si chiedeva l’attivazione del comitato tecnico scientifico ministeriale è arrivata 20 giorni dopo la scadenza dei termini.
Di cosa dovremmo rispondere?”. “L’accusa – ha continuato De Luca – mi rivolge l’addebito d’istigazione per far decorrere i termini del silenzio assenso. Faccio fatica a immaginare come avrei potuto istigare qualcuno. La verità è che la Sovrintendenza ha operato nel modo in cui ha ritenuto di fare”.

In merito alla tempistica contestata dalla Procura, De Luca ha detto: “Questo è il modo di agire dell’Amministrazione comunale di Salerno. Non perdere nemmeno un minuto, ma è un metodo di lavoro. E menomale che siamo andati di fretta, visto che sono trascorsi dieci anni”.

L’ex sindaco si è difeso anche sulla questione relativa all’asta per l’acquisizione dei diritti edificatori. “Come si può immaginare – ha concluso De Luca – che tre anni prima potevamo sapere quale sarebbe stato l’imprenditore che si sarebbe aggiudicato i diritti edificatori. Una vicenda talmente intricata che è stata risolta dal Consiglio di Stato. Come si fa a sostenere che l’asta sia stata preconfezionata?”.

I pm Rocco Alfano e Guglielmo Valenti hanno chiesto la condanna del governatore a 2 anni e 10 mesi di reclusione, nel caso in cui De Luca dovesse essere riconosciuto colpevole di abuso d’ufficio, reato contestato con riferimento al rilascio dei permessi per costruire l’opera, scatterebbe la sospensione dalla carica imposta dalla legge Severino.

Foto M. Pica (Comune.Salerno)

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