A fare luce sulla vertenza che va avanti da tempo è Antonio Falivene, componente di segreteria della Uila Uil Salerno, che insieme al segretario generale Ciro Marino chiede un atto di responsabile al presidente della Comunità Montana Tanagro – Alto e Medio Sele, Giovanni Caggiano, il sindaco di Caggiano che guida l’Ente.
Una situazione difficile, derivante soprattutto dalla rendicontazione del 2016 non corretta e consegnata dalla Comunità Montana agli uffici della Regione Campania. Questo ha portato 210 lavoratori a tempo determinato ad avanzare due mensilità, mentre salgono a sei (tredicesima compresa) quelle che spettano agli operai a contratto assunti a tempo indeterminato.
Ben diversa, invece, la situazione per il 2017, dove la nuova disposizione della Regione Campania vede gli arretrati per i dipendenti a tempo determinato attestarsi a due mensilità e solo a una per quelli a tempo indeterminato. Se nell’ultimo caso dalla Regione Campania si aspetta la liquidazione del 12% della rimanenza dei fondi dopo i primi impegni mantenuti, nel primo caso tutto dipende dagli uffici della Comunità montana.
“Si tratta di una grave mancanza di rispetto nei confronti dei lavoratori che, quotidianamente, prestano la loro opera in un territorio difficile. Dal presidente Caggiano ci aspettiamo un atto di responsabilità per persone che hanno come unica fonte di reddito solo lo stipendio che, problemi burocratici a parte, dovrebbero percepire dalla Comunità montana.
Dopo due anni è surreale trovarsi al punto di partenza per colpe che ricadono sempre sull’anello debole della catena: i lavoratori. Così, abbiamo trovato una Regione Campania che, nonostante i ritardi, è pronta a dialogare.
Infatti, nella persona del consigliere delegato Franco Alfieri, l’Ente ha dato fattivamente dimostrazione di voler risolvere il complesso problema della forestazione in Campania portando insieme alle organizzazioni sindacali importanti risultati.
Non dimentichiamo che comunque ci sono degli enti montani che sono delle eccellenze. Tuttavia, va preso atto che resta ancora tanta burocrazia da scardinare. Questo non possiamo più accettarlo”.