L’albanese era stato arrestato nel 2012, quando la vittima aveva meno di 14 anni. Buon conoscitore della lingua italiana, l’albanese aveva conosciuto l’adolescente sul social network, ne aveva conquistato la fiducia e prima l’aveva convinta a spogliarsi per lui, poi a compiere atti sessuali in videochat; quando la ragazzina aveva cominciato a rifiutarsi, l’aveva costretta a compiere giochi erotici sotto la minaccia di pubblicazione dei video in suo possesso.
L’uomo era riuscito ad entrare nell’account della ragazza e, a cambiarne anche le credenziali. L’acquisizione di files di log ha permesso di risalire al 68 in quanto titolare della linea telefonica cui era collegato il pc dell’ignoto che abusava della minorenne.
Una rogatoria internazionale ha condotto poi gli inquirenti a Tirana, in periferia, dove sono state fatte perquisizioni domiciliari, il sequestro dell’hard disk. L’analisi informatica ha poi rivelato non solo le immagini relative alla ragazza salernitana, ma altre 52 pedopornografiche, diverse della nipote minorenne dell’arrestato ritratta in pose ammiccanti e persino della figlia dell’uomo mentre aveva rapporti sessuali con il marito. Per l’albanese ora è arrivata la condanna
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