La diocesi del capoluogo toscano ha così aperto una “parrocchia virtuale” per mettere a disposizione dei fedeli un luogo dove riflettere, pregare e confrontarsi.
Va rimarcato che non è assolutamente possibile confessarsi online, sacramento per il quale è sempre necessario recarsi in chiesa. Sulla pagina della diocesi sono indicati i nomi dei sacerdoti disponibili a prendere un appuntamento per la confessione, o anche solo per ascoltare e offrire un sostegno a quanti ne avessero bisogno. Nonostante il nuovo servizio sia attivo solo da pochi giorni, già diverse persone si sono messe in contatto via chat e avanzato copiose richieste.
L’idea è di due giovani seminaristi, Gerardo Lavorgna e Vincenzo Cioppa, incaricati poi dal vescovo di seguire il progetto. Per la curia, in un mondo sempre di corsa, dove il tempo a disposizione è sempre meno, è un modo diverso e innovativo per tentare di avvicinare i fedeli.
Tutto questo non perché siano aumentati i peccati e peccatori, o almeno dal punto di vista religioso, si spera, ma perché scarseggiano i sacerdoti. Qualcuno, tuttavia, ha bollato sommariamente il tutto come “confessioni online”, generando, peraltro, un grave fraintendimento. Santa Madre Chiesa non ha alcuna intenzione, almeno per ora, di cedere alla contemporaneità uno dei sacramenti più importanti.
La crisi delle vocazioni ha, infatti, travolto le parrocchie determinando trasferimenti e accorpamenti, facendo perdere a volte punti di riferimento ad anime di per sé già un po’ smarrite. Ecco allora il ricorso alla piazza telematica, con un uso ovviamente saggio e prudente, come del resto suggerisce lo stesso pontefice, Francesco.
Poche settimane fa don Ciro Cozzolino, tenace parroco della chiesa della Santissima Trinità di Torre Annunziata, ha annunciato dal suo profilo Facebook: “Iscriversi ad un corso di cresima? Oggi lo si fa grazie mediante i social”. Un post che tra i molti giovani che lo seguono ha subito riscosso successo. Secondo il sacerdote, “Se chi ha inventato internet e i social merita un premio, ne merita uno che vale il doppio chi ha la capacità di umanizzare tutto questo”.
Lo strumento è efficace, potente e, forse, ormai necessario; a quanto pare, pure per taluni aspetti che riguardano il rapporto tra la Chiesa e i propri fedeli, nel merito del quale non oso cimentarmi. Mi limito a lumeggiare che, come sempre, molto dipende dalle intenzioni che muovono ciascuno di noi e, soprattutto, dall’uso che ne facciamo.
di Tony Ardito
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