I capi di imputazione sono diversi e risultano variamente distribuiti a seconda delle attività svolte da ciascuno degli accusati.
Spicca, per importanza, la contestazione rivolta prioritariamente all’ex Presidente dell’Autorità Portuale per l’assegnazione alla Tecnis, con il massimo punteggio (sembra), dell’appalto dei lavori del primo stralcio secondo lotto (le gallerie) nonostante la difformità tra il progetto esecutivo presentato dalla società e quello definitivo dello studio Pica Ciamarra, approvato e finanziato.
Nei precedenti commenti, ci siamo ovviamente limitati alla sola ricostruzione dei fatti giacché non è nostro compito, né volontà, entrare nel merito di una vicenda così complessa.
Però, trattandosi di un problema estremamente grave per la vita della nostra Comunità, riteniamo di non poterci astenere dall’aggiungere un “finalino” alla ricostruzione del “dramma” esprimendo alcune considerazioni e formulando conseguenti quesiti. Sono dieci, come d’uso oggi.
Auspichiamo che siano condivisi l’obiettivo di chiarezza da noi perseguito e la speranza che dal giudizio, con prima udienza il 03 Dicembre prossimo, possano emergere risposte inequivocabili.
Primo quesito, sulla modifica del progetto:
– il progetto esecutivo della Tecnis venne approvato nonostante fosse in contrasto con quello definitivo, con le stesse previsioni del Capitolato di Appalto e fosse stato disconosciuto dallo studio Pica Ciamarra. Allora: fu una libera scelta (e perché) o esistevano motivazioni tecniche (e quali)?
Secondo quesito, ancora sulla modifica del progetto:
– l’opera venne finanziata per un importo calcolato sulla base del progetto dello studio Pica Ciamarr, certamente più articolato e complesso. Allora: chi avrebbe beneficiato dei prevedibili minori costi del nuovo progetto visto che era già stato definito l’importo a base di gara?
Terzo quesito, ancora sulla modifica del progetto:
– il Protocollo di Intesa tra Autorità Portuale e Comune del 31/10/2008 assegnò alla prima il ruolo di Stazione Appaltante e al secondo i compiti di supporto per l’attuazione dell’opera. Allora: la decisione di approvare il progetto Tecnis poteva essere assunta senza il consenso del Comune?
Quarto quesito, ancora sulla modifica del progetto:
– l’elaborato dello studio Pica Ciamarra, prescelto con la gara internazionale di idee, fu definito un ulteriore tassello della “primavera urbanistica salernitana” progettata dal “pantheon vivente dell’architettura internazionale”. Allora: perché il Comune non difese il progetto nei confronti della Autorità Portuale?
Quinto quesito, ancora sulla modifica del progetto:
– sembra che il progetto Tecnis sia stato considerato quale “semplice variante” rispetto a quello dello studio Pica Ciamarra. Allora: possono davvero considerarsi “semplici varianti” lo spostamento a raso dell’imbocco delle gallerie, la realizzazione di due canne secondo un tracciato in profondità lungo circa 2km (invece dei tre percorsi spezzati, parte interrati e parte fuori terra), la eliminazione della rotonda di San Leo e delle stazioni della metro con ingresso a piedi nella parte antica della Città?
Sesto quesito, sullo scavo:
– lo scavo secondo il progetto Tecnis ha seguito una nuova direzione e ha interessato strati interni in profondità. Allora: si può consentire alla prosecuzione di scavi “alla cieca”, già contestati da terzi per presunti danni subiti, non preceduti dai preliminari accertamenti sulla natura e sulla consistenza delle rocce, sulla presenza di manufatti in superficie e di eventuali falde acquifere?
Settimo quesito, sul traffico nelle gallerie:
– l’imbocco a raso ha generato un dislivello di oltre 150 metri, tra la partenza delle gallerie e l’arrivo a via Fra’ Generoso, per la lunghezza di 2 Km. Pendenza in salita/discesa di almeno l’8% (per legge non dovrebbe superare il 6%, s.e.). Considerata la necessità per i tir di usare marce ridotte, le due gallerie sarebbero assimilabili a due camere a gas. Allora: chi salverà gli autisti dai fumi in presenza di traffico in fila (sempre) o di un guasto meccanico (eventuale)?
Ottavo quesito, sugli espropri:
– premesso che la costruzione di un tunnel non dovrebbe comportare l’esproprio del suolo soprastante se la profondità è superiore a determinati valori, il nuovo tracciato non avrebbe interessato l’area di San Leo-Villa Poseidon. Allora: (salvo errore) perché con decreto n. 4 del 15/10/2014 venne espropriata una proprietà in quell’area?
Nono quesito, sulla copertura finanziaria:
– il finanziamento dell’opera venne concesso sulla base del progetto dello studio Pica Ciamarra. Allora: esiste il pericolo di un ritiro della copertura finanziaria per averne avviato uno difforme?
Decimo quesito, sulla documentazione Comunale:
– SEMBRA che, nelle Premesse delle delibere e determine del Comune, sia stata sempre riportata la descrizioni dell’opera con riferimento al progetto dello studio Pica Ciamarra (ripetiamo: salvo errore). Sul sito del Comune c’è ancora quella descrizione. Solo con la recentissima delibera n. 162 del 15/05/2018 – PER LA PRIMA VOLTA – la Giunta avrebbe ufficialmente dichiarato di essere a conoscenza e accettare le scelte dell’ Autorità Portuale. Allora: perché il Comune ha ufficializzato la conoscenza della modifica del progetto con tale ritardo?
Ecco, per queste domande sarebbero opportune risposte precise ed esaustive.
In verità, le aspettiamo. Dagli Enti interessati, in primo luogo, o dal Magistrato.
P
E perché ciò che si fa in questa Città non segnerà solo la sua immagine nei secoli, ma condizionerà per la vita la qualità dell’ambiente e la salute dei suoi residenti.
Questa Città ha bisogno di amore.
e.mail: associazione.iosalerno@gmail.com
pagina fb: Associazione io Salerno