A circa 10 minuti dal volo per Filadelfia, una nuvola di fumo e un odore di bruciato hanno saturato la cabina. Gli agenti dei servizi segreti si sono diretti verso la parte anteriore dell’aereo. Ad alcuni giornalisti che erano a bordo dell’aereo sono stati portati degli asciugamani bagnati che dovevano metterli sulle loro facce in caso l’odore fosse diventato troppo forte, ha riferito la NBC News. L’aereo è tornato indietro ed è atterrato alla Base Andrews.
Il fumo e l’odore lentamente si sono dissipati. Uno dei membri dell’equipaggio ha dichiarato alla NBC News che un’unità di comunicazione sull’aereo si è surriscaldata, ma la Casa Bianca non ha immediatamente confermato tale rapporto. Da quanto hanno appreso i media non vi sono stati problemi durante le operazioni di rientro e nessun passeggero ha subito alcune conseguenze fastidiose o problemi di natura fisica. Melania Trump è stata vista mentre lasciava la parte posteriore dell’aereo dopo l’atterraggio.
L’allarme, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” è scattato a causa di “odore di bruciato” all’interno della cabina. Ma si è trattato solo in un guasto tecnico e non di un incendio.
Fuoco e il fumo sono tra gli incidenti più pericolosi a bordo degli aerei e sono quindi sempre trattati preventivamente dagli equipaggi come emergenza di alto livello, anche se successivamente si scopre che il problema è innocuo. Un atterraggio immediato è la procedura standard a meno che la fonte del fumo non possa essere localizzata e arrestata immediatamente.
Giovanni D’AGATA
Ma come cazzo scrivi? 3!