Coldiretti e Anci si impegnano ad incentivare un sistema di vendita diretta dei prodotti agricoli basato sullo sviluppo capillare dei “mercati di Campagna Amica” promossi dalla fondazione Campagna Amica. Lo sviluppo dei Mercati di Campagna Amica – spiega l’accordo siglato da Anci con Coldiretti – deve riguardare sia quelli realizzati in spazi aperti che coperti in aree pubbliche e/o private per favorire la realizzazione di una filiera agricola tutta italiana.
In Campania – sottolineano il presidente regionale di Coldiretti Gennarino Masiello e il direttore Salvatore Loffreda – i numeri dei mercati di Campagna Amica fotografano una realtà consolidata che continua a crescere. I consumatori di tutta la regione apprezzano l’approccio diretto con i contadini, che vendono prodotti agroalimentari, freschi e trasformati, frutto di lavoro agricolo autentico. Nelle cinque province campane sono 63 i mercati stabili su base mensile: 24 a Napoli città, 2 a San Giorgio a Cremano (Na), 2 a Torre del Greco (Na), 1 a Portici (Na), 4 ad Ischia (Na), 4 ad Avellino città, 4 a Benevento città, 4 a Montesarchio (Bn), 4 a San Giorgio del Sannio (Bn), 4 a Caserta città, 4 a Santa Maria Capua Vetere (Ce), 6 a Salerno città.
La rete Campagna Amica della Campania associa inoltre circa 400 aziende agricole per la vendita diretta e 100 agriturismi. Una rete che è diffusa in gran parte proprio nei piccoli centri urbani, che l’accordo con Anci intende valorizzare. Dai dati di Coldiretti Campania risulta che nell’anno 2017 presso i mercati di Campagna Amica hanno acquistato circa 2 milioni di consumatori, per una spesa media di 6 euro pro capite.
L’alleanza nazionale per la spesa contadina inoltre punta a sviluppare l’attività di somministrazione non assistita dei prodotti posti in vendita con lo “street food” agricolo ai sensi dell’articolo 1, comma 499 della legge n. 205 del 2017 grazie al quale gli agricoltori possono vendere direttamente i propri prodotti anche derivati da processi di manipolazione o trasformazione e pronti per il consumo anche in forma itinerante.
L’obiettivo dell’accordo – spiega Coldiretti – è incentivare l’utilizzo di prodotti agricoli e alimentari a “chilometro zero”, provenienti da filiera corta e dei prodotti agricoli e alimentari derivanti dall’agricoltura biologica o comunque a ridotto impatto ambientale e di origine locale/regionale/italiana. Nella fase di aggiudicazione dei servizi di ristorazione – spiega l’intesa – la valutazione dell’offerta terrà conto, in particolare, della qualità dei generi alimentari con particolare riferimento a quella di prodotti biologici, tipici e tradizionali, di quelli a denominazione protetta, nonché di quelli provenienti da sistemi di filiera corta e da operatori dell’agricoltura sociale, con il rispetto delle disposizioni ambientali in materia di green economy, con la previsione di specifici punteggi qualora vengano proposte condizioni superiori a quelle minime previste.
Ma l’alleanza fra agricoltori e Comuni italiani prevede anche lo sviluppo di un sistema complementare di welfare di prossimità al fine di sostenere la creazione di una rete di servizi sociali nelle aree rurali mediante la valorizzazione delle risorse agricole e il riconoscimento del ruolo multifunzionale svolto dalle imprese agricole con forme di collaborazione tra imprese, operatori di agricoltura sociale, servizi socio-sanitari ed altri enti pubblici.
L’intesa intende promuovere progetti finalizzati all’educazione ambientale e alimentare rivolti a bambini in età prescolare e persone in difficoltà sociali, fisica e psichica anche in collaborazione con le scuole di ogni ordine e grado, mettendo, ad esempio, a disposizione, anche a titolo gratuito, terreni di proprietà pubblica per la realizzazione di servizi di orti sociali. In questo modo – spiega Coldiretti – vengono riconosciute le funzioni sociali della Rete di Agricoltura Sociale di Campagna Amica con l’attività delle fattorie didattiche quali strumenti educativi con l’obiettivo di rinsaldare i legami tra città e campagna valorizzando, anche tra le più giovani generazioni, la conoscenza dei saperi e dei mestieri agricoli tradizionali.
Particolare attenzione viene quindi posta sui prodotti dell’agricoltura sociale con parametri che ne rendano prioritario l’utilizzo nei servizi di fornitura per le mense scolastiche ed ospedaliere oltre a prevederne valorizzazione e presenza nell’ambito del commercio su aree pubbliche. Inoltre nelle operazioni di vendita o di affitto dei terreni di proprietà degli enti locali e di altri beni immobili, si prevedono criteri di priorità al fine di favorire l’insediamento e lo sviluppo delle attività di agricoltura sociale.
Infine Coldiretti e Anci, entro sei mesi dalla firma dell’accordo, si impegnano a predisporre un documento programmatico con le linee guida per armonizzare le scelte di programmazione urbanistica comunale con le esigenze di salvaguardia dell’attuale destinazione agricola del territorio come risultante dallo strumento urbanistico generale e finalizzate ad orientare le predette scelte a facilitare il raggiungimento del “saldo zero” di consumo di suolo agricolo entro l’anno 2050.
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