Diciotto scatti di paesaggi marini che sembrano sospesi, senza tempo, quasi onirici. Ad accentuare la sensazione, la scelta, da parte dell’autore, del bianco e nero… anzi di un bianco e nero, in cui è evidente la lavorazione “separata” del non colore, con modalità diverse per le zone dei cieli (con filtratura ed esposizione più scura) e quelle del mare, (più chiare e “lattiginose”) per accentuare le differenze fisiche e semantiche, per dare al mare il richiamo al liquido amniotico.
Perché l’idea di base di questa personale si poggia sulla similitudine tra la Madre Terra e la Madre, intesa come personificazione della maternità: così come il liquido amniotico culla e protegge l’essere vivente che si sta formando nel ventre materno, così – a causa surriscaldamento del pianeta – le acque, salendo di livello lentamente ma inesorabilmente, vanno a “conquistare” la terra o pezzi di terra avvolgendo il mondo calpestabile.
“In un mondo dai colori forti, accecanti, popolato da una umanità che, con sventurata superficialità uccide scientificamente, lentamente, la sua accudente madre: l’acqua… – scrive nella sua recensione Alfonso Sarno – A lei non resta altro che difendersi cercando di conquistarsi continui, nuovi spazi”.
E allora le rocce costiere, i pezzi di terra diventano luoghi di resistenza, avamposti, confini di un mondo che è qui che cambierà forma e che subirà le più profonde modificazioni.
La mostra sarà accompagnata da una piccola pubblicazione con i testi critici di Alfonso Amendola ordinario di Sociologia degli audiovisivi – UniSa e di Alfonso Sarno, giornalista e scrittore.
CENNI BIOGRAFICI
Lello d’Anna, art director TPP-Pubblicitari Professionisti fino al 2003, opera dal 1979 nella fotografia e nella comunicazione visiva in progetti di fotografia commerciale e pubblicitaria, ricerca creativa ed elaborazione di immagini. Si occupa inoltre di postproduzione e photoretouching digitale professionale.
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