Alcuni lettori ne hanno attribuito la causa ai comportamenti, al di fuori delle regole, dei cittadini.
Hanno detto: i bidoni ci sono e sono sufficienti. Non sono usati, o sono usati male, e non sono rispettate le disposizioni per il conferimento.
Può essere. Ad essi, però, chiediamo: vale anche quando i bidoni sono colmi o i rifiuti restano in strada per giorni?
Da altri lettori, invece, è stata riconosciuta la complessità del problema e la opportunità di sperimentare “un diverso modo” di governare la materia e gestire i servizi.
Ovviamente, c’è del vero in entrambe le posizioni.
Non possiamo che prenderne nota, ben sapendo che non tocca a noi emettere giudizi.
Però, alcune osservazioni ci sono sembrate meritevoli di una spiegazione e, quindi, di un nuovo commento volto a chiarire, in particolare, la tesi da noi prospettata sulla possibile esistenza di un legame tra comportamenti riprovevoli dei cittadini e insoddisfazione per il rapporto “entità tariffe/qualità servizi”. In sostanza, questa supposizione è stata giudicata pericolosa in quanto idonea a creare alibi per perseverare nella inosservanza dei doveri.
Anzitutto, per eliminare ogni negatività, abbiamo pensato di modificare in positivo il titolo del nostro intervento da “sporca tu … “ a “pulisci tu …”. Forse è più giusto.
In secondo luogo, ci è d’obbligo ribadire che la nostra intenzione è esclusivamente quella di riflettere sulle vere origini psicologiche delle condotte poco virtuose atteso che tutti i residenti, maggiorenni e vaccinati, sono certamente a conoscenza delle regole del vivere civile.
E, quindi: quale motivazione può indurre a trasportare con l’auto le buste di spazzatura per depositarle lungo la Panoramica, per esempio, o allo stadio Arechi o nelle strade limitrofe o in litoranea?
Poi, parlando delle “carte a terra”: cosa ostacola il deposito dei piccoli rifiuti nei cestini agli angoli delle strade?
Noi abbiamo pensato che ci possano essere ragioni più profonde della pura mancanza di educazione, e ne abbiamo immaginate due.
La prima, l’abbiamo collegata ad una evoluzione “in negativo” del rapporto tra cittadino e Comunità. Mancherebbe il sentimento di appartenenza, quello che spinge a rispettare e curare i luoghi della propria vita, per la presenza di un diffuso disagio generato, secondo noi, dalle crescenti difficoltà economiche. Spiegazione plausibile, visto che lo “scadimento” della Città si accompagna alla crescita della povertà e che ben il 40% delle bollette Tari sembra resti insoluto.
La seconda, l’abbiamo collegata alla convinzione dei cittadini di dover coprire spese prive di un correlativo vantaggio. In sostanza, sarebbe presente un senso di frustrazione o di insoddisfazione o, se ci è consentito, di ribellione indotto dalla deludente qualità dell’ambiente. Quasi a dire: se non ne hanno cura loro, perché dovremmo averne cura noi?
Non desideriamo né incitare alla rivolta né giustificare i comportamenti. Vogliamo solo capire.
L’argomento è stato certamente seguito da tutti e non necessita di approfondimento. Però, una sintesi sentiamo di doverla fare.
Se siamo la terza parte di quella Città (60 Km2 contro 185), se abbiamo 50.000 abitanti in meno (135.000 contro 185.000), se gli addetti sono circa 350 in più (almeno 650 contro 310), perché mai il livello di qualità dell’ambiente, rispetto a Modena, è più basso?
L’Assessore al Bilancio del nostro Comune (fonte TVOggi) ha osservato che, comunque, il costo globale a carico delle due Comunità sarebbe praticamente lo stesso (circa 37milioni a Modena e 41 a Salerno).
Può essere, ma crediamo non sia questo il punto meritevole di riflessione. Di più, è una dichiarazione che ci appare, questa sì, potenzialmente idonea a generare risentimento tra la popolazione o tra gli addetti.
Perché, se il costo viene rapportato ai residenti, da noi vien fuori una tariffa media molto più alta (infatti, al 2017, € 468 contro € 298). Modena, poi, premia i privati e gli esercizi commerciali con tariffe ridotte (fino al 50%, vedi art. 9 Regolamento Comunale) in presenza di smaltimenti virtuosi.
Se, invece, il costo viene rapportato al personale, allora dobbiamo concludere che a Modena i dipendenti sono pagati meglio che da noi.
Non ci importa se queste riflessioni possano costituire un potenziale alibi per “qualche sporcaccione”, perché la soluzione del problema c’è: basta far funzionare il servizio di pulizia, falciare l’erba, svuotare i cestini, potare gli alberi, pulire le spiagge, rendere sicura la balneazione a mare.
Perché la pulizia chiama pulizia, l’incuria chiama sudiciume.
Lo abbiamo detto: spetta ai cittadini rispettare la Città, spetta all’Amministrazione renderla degna di essere rispettata.
Noi siamo convinti che il recupero della “qualità” sia possibile solo con una ottimale gestione del servizio di pulizia da parte dell’Amministrazione, sostenuta da una ampia disponibilità di attrezzature (dagli spazza-strade ai cestini in ogni angolo utile, ad esempio), e da un più rigoroso rispetto dei “doveri” da parte dei residenti da incentivare con politiche di maggiore coinvolgimento e, come a Modena, con forme di premialità privata o collettiva.
Avremmo certamente migliori risultati se fosse rispettata, in primo luogo, la promessa della concessione di rimborsi sui conferimenti fatta in occasione delle aperture delle Isole Ecologiche.
Ricordiamo, sempre, che la promessa della mamma di un cucchiaio di Nutella, anche piccolo, ci faceva stare più buoni rispetto a qualsiasi “terribile” minaccia.
Questa Città ha bisogno di amore.
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