Non si contano i detriti da rimuovere e i danneggiamenti alle attrezzature e ai servizi per gli stabilimenti balneari, per le darsene, per la cantieristica nautica da diporto, per le strutture alberghiere che dovranno provvedere al ripristino quanto prima.
La distruzione causata da questa storica mareggiata è ingente. Servono dunque provvedimenti immediati per il riconoscimento dello stato di calamità naturale e aiuti alle imprese. Ricordo che queste aziende – grandi, medie e piccole – oggi sono un indotto reale e fondamentale per la nostra nazione in termini occupazionali ed economici da non sottovalutare.
A seguito agli effetti devastanti di tali mareggiate, come responsabile nazionale di FareAmbiente Mare (movimento ecologista europeo di FareAmbiente) faccio appello al governo, alle sue forze politiche e alle Regioni di aprire e procedere alla proclamazione dello stato di calamità naturale, per richiamare l’attenzione sulla sicurezza dei nostri litorali già martorizzati dal fenomeno dell’erosione marina.
Chiedo inoltre a gran voce la convocazione urgente delle autorità competenti a un tavolo di concertazione, per esaminare l’implementazione di adeguate misure di protezione dei litorali e delle fasce costiere della nostra nazione, che risultano da troppo tempo esposte alle mareggiate.
Quello che è accaduto in questi giorni è gravissimo, altresì ancor più grave fra gli agenti esogeni si deve annoverare anche e sopratutto l’azione devastante dell’uomo, che non di rado interferisce nei processi naturali accelerandoli o comportandosi in modo che essi abbiano conseguenze disastrose.
Azioni antropiche quali il disboscamento, l’occupazione di aree di pertinenza fluviale, il prelievo abusivo di inerti degli alvei fluviali che hanno, per esempio, aggravato il dissesto idrogeologico del territorio italiano.
Le amministrazioni come Province, Regioni e Comuni si impegnino ad apportare la giusta manutenzione a fiumi, laghi e sopratutto i sistemi fognari di tutta l’Italia. Dal canto nostro, come FareAmbiente monitoriamo quotidianamente con le guardie ambientali tutto il territorio nazionale, ma ciò non basta: serve urgentemente un intervento del governo.
Italo Ventura, responsabile nazionale FareAmbiente Mare
Fonte: MondoBalneare.com