Il verde sarà quindi riorganizzato senza alterare le forme e le dimensioni delle specie presenti, che saranno recuperate attraverso la tecnica dei “grandi trapianti” con macchine in uso sul continente europeo. L’unica specie che non sarà possibile recuperare sono i lecci (Quercus ilex).
Infatti tutte le piante di questa specie presenti nell’area d’intervento ed esaminate, sono caratterizzate da grosse carie al tronco principale ed agli impalcati, causate da diversi tipi di micosi, nonché da seccume diffuso, con presenza di insetti del legno, tra cui un grosso coleottero che attacca le piante in sofferenza.
I lecci irrecuperabili saranno quindi sostituiti – nel rispetto della norma regionale – con essenze arboree sempreverdi vigorose di altra specie, che garantiscono un rapporto della superficie fotosintetica superiore allo stesso leccio, con un bilancio positivo per l’abbattimento della CO2.
Non è sostenibile sostituire i lecci con altri lecci o piante dello stesso genere, perché i patogeni su menzionati costituiscono una potenziale sorgente di inoculo, che porterebbe le nuove essenze a morte certa in alta percentuale.
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