“Le attività investigative, condotte dal Nucleo Investigativo Provinciale e dalla Compagnia di San Miniato, e dirette dal Pubblico Ministero, Dottor Restuccia, hanno permesso di evidenziare, a presupposto della misura adottata, il pericolo di fuga e i gravi indizi di colpevolezza. In particolare, a carico dell’indagato, sono stati raccolti elementi a conferma della presenza sul luogo e nel momento del delitto e della disponibilità di un’arma da fuoco compatibile con gli accadimenti. Gli accertamenti si basano sulla raccolta di elementi di fatto, compendiati da ulteriori contributi informativi”, ha spiegato una nota dell’Arma.
“Sono state le indicazioni della famiglia della vittima a indirizzarci verso di lui, che ha negato ogni addebito – ha aggiunto il procuratore Crimi – Riteniamo di avere però indizi sufficienti. C’è una telecamera che lo colloca a bordo del suo pick up a quattro chilometri di distanza dalla casa della vittima quando lui ha negato di essere stato lì”.
E’ stato appurato che i due si conoscevano ma il movente del delitto è ancora da chiarire.
E’ stato quindi associato alla casa circondariale Don Bosco di Pisa, a disposizione dell’autorità giudiziaria.
Fonte quinewscuoio.it