Per la società potrebbe ora scattare la sospensione dell’attività commerciale, prevista nel caso in cui i lavoratori “in nero” superino il 20% della forza lavoro regolare. Ad aggravare la posizione del legale rappresentante, infatti, proprio la circostanza che una della maestranze non doveva neppure trovarsi in Italia.
I finanzieri, infatti, lo hanno denunciato alla Procura per il reato immigrazione clandestina punito con il carcere fino a tre anni. Pesanti pure le sanzioni pecuniarie per l’utilizzo dei lavoratori “in nero”, che in questo caso superano i 60.000 euro.