Quest’anno nel Porto di Salerno si è consumata l’ennesima tragedia, la terza in 24 mesi: Lino Trezza, Beniamino Tafuri, Alfonso Ragone sono morti lavorando e sotto gli occhi attoniti dei lavoratori. Noi – si legge in una nota – abbiamo il dovere di arrestare quest’ecatombe. Va perseguita strenuamente la sicurezza e posta al centro di ogni attività”.
“Esistono dei fattori lavorativi che contribuiscono ad aggravare eventuali malattie cardiovascolari, quali monossido di carbonio, piombo, inalazione di gas tossici, condizioni lavorative stressanti, esposizioni al caldo e al freddo estremi, sforzi fisici eccessivi, elettrocuzione e altri. In queste realtà, investire in sicurezza e valorizzare le risorse umane, significa sviluppare partecipazione, senso di appartenenza e più in generale lavoro sicuro, in tutti i sensi”.
“L’intento è, oltre di sensibilizzare i lavoratori, attori principali del ciclo delle operazioni portuali, in maniera coerente ed efficace sia in relazione agli obblighi loro spettanti ai sensi dell’art. 20 del D. Lgs n. 81 del 2008, sia in relazione ad un sistema partecipato in cui i lavoratori siano consapevoli dei loro obblighi e delle tutele loro spettanti, e di installare in tutte le aziende defibrillatori che possano intervenire in tempi molto ristretti quando occorre prestare aiuto ad una persona che perde conoscenza in arresto cardiaco”.
“Diversi studi epidemiologici evidenziano quanto sia essenziale intervenire nell’immediatezza dei sintomi premonitori giacché l’azione dei mezzi di soccorso risulta tanto più efficace quanto più tempestiva. L’utilizzo dei defibrillatori, al giorno d’oggi, è sempre di più facile utilizzo, disponibile in versione semiautomatiche, che aiutano in caso di rianimazione cardiopolmonare, ad attuare la procedura in tempi ristretti; esso può essere usato anche da personale non sanitario debitamente formato, infatti consente di prestare i primi efficaci soccorsi”.
“L’intervento tempestivo aumenta, in modo statisticamente significativo, la possibilità di sopravvivenza del lavoratore e contribuisce a salvare fino al 30% in più delle persone colpite e che l’intervento di defibrillazione, efficace se praticato nei primi 5 minuti, può essere ancora più precoce se presente sul posto di lavoro”.
“L’esito degli infortuni sul lavoro dipende non soltanto dall’entità del danno, ma anche dalla prontezza ed efficacia dei primi soccorsi che possono fare la differenza tra la vita e la morte, tra recupero rapito e prolungato, tra disabilità temporanea o permanente. Questo vale anche per la morte cardiaca improvvisa, evento che in molti casi si verifica sul posto di lavoro”.
“Riteniamo perciò opportuno e necessario – conclude la nota – in un ambiente come il Porto di Salerno, provvedere ad istallare defibrillatori semiautomatici e formare adeguatamente il personale di ogni azienda, consentendo così di prestare i primi soccorsi e di avviare azioni che possono aiutare a salvare la vita dei lavoratori portuali.
Gerardo Arpino – Segretario Generale Filt CGIL Salerno
Vincenzo D’Agostino – RSA FILT-CGIL
Francesco Di Florio – RLS FILT-CGIL
Prima del defribrillatore bisogna istruire le persone a saperlo usare investendo con la frequentazione di appositi corsi…corso blsd da rinnovare ogni due anni…ad ogni turno di lavoro almeno due persone dovrebbero avere il brevetto…quante chiacchiere che fate ..un brevetto serio con frequenze costa 300 euro…un defribillatore costa sui 1500 euro…se tutti i lavoratori fanno una colletta di 10 euro per salvaguardare se stessi credo che si eviterebbero tutti questi casini, acquistandone pure due e formando almeno cinque o sei persone….mandando a quel paese chi dovrebbe farlo
Parli molto bene ma sono sicuro che non sei un lavoratore portuale…
Il sindacato della culp e disponibile a qualsiasi proposta x il bene comune. Ma dove sono le altre imprese con i loro sindacati? Chi si vuole fare si dia da fare. E nn lamentandosi a chiacchiere.servono i fatti
Infatti nella nota, se leggi bene, ce scritto di formare il personale… non criticate sempre oppure strumentalizzate ogni situazione. Leggete