Non c’è stata la tanto temuta tempesta finanziaria, ma il differenziale tra i btp e i Bund tedeschi non è ancora destinato a scendere. Un fattore che l’Abi considera con apprensione.
Il differenziale oltre i 300 punti, infatti, secondo l’Abi sarebbe “non coerente con i fondamentali dell’economia” e se non lo si ridurrà allora “si avrà un impatto sul patrimonio delle banche, un aumento del costo della raccolta e quindi dei finanziamenti a famiglie e imprese oltre a una loro riduzione”.
A spiegarlo è il vicedirettore generale dell’Abi Gianfranco Torriero. Come mai ancora non è successo? Secondo l’Abi occorre ringraziare Mario Draghi e la Bce. Ma quando finirà l’intervento della Banca Centrale Europea, allora potrebbero iniziare i guai, producendo effetti anche sul Pil.
Sullo scudo anti spread, invece, per Antonio Patuelli, presidente dell’Abi, “se ci devono essere regole uguali nell’Unione Bancaria, allora l’oggetto è: l’Italia si allontana o ci avviciniamo a un’armonizzazione?”. Lo scudo riguarderebbe infatti anche le banche non quotate in borsa. “Io – prosegue il presidente Patuelli – aspetto l’approvazione della norma almeno in uno dei due rami del Parlamento, ma mi domando se il testo riprenderà la normativa di altri Paesi della Ue oppure no”.
Fonte IlGiornale.it
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