Appare più sfumato il contrasto Nord-Sud in termini di buona qualità di vita in relazione al benessere economico, si allarga il divario del «vivere meglio» fra piccoli centri e grandi centri urbani (dove la vita è peggiore). Fenomeno testimoniato da due città: il brusco scivolone compiuto dalla Capitale, scesa dal 67° all’ 85° posto della classifica e la non proprio brillantissima performance di Milano che si piazza al posto numero cinquantacinque.
n generale la foto offre l’immagine di un Paese in cui si vive un po’ meglio: nel 2018 sono infatti 59 su 110 le province in cui la qualità di vita è risultata buona o accettabile, rispetto ai 56 del 2016 e del 2017. Si tratta del migliore dato registrato negli ultimi cinque anni. Stabile la situazione del Nord-Ovest e del Mezzogiorno, in netto miglioramento quella del Nord Est e del Centro (Roma a par te). Le migliori performance sono delle piccole: ottime le posizioni di Siena, Pordenone, Parma, Aosta, Sondrio, Treviso e Cuneo.
Treviso, in particolare, risulta la provincia più sicura d’Italia; Trento, Bolzano e Bologna le realtà più positive per affari e lavoro; Parma, Siena, Trento e Piacenza quelle con la migliore offerta finanziaria e scolastica; Isernia, Pisa, Ancona, Siena e Milano quelle con il più efficiente «sistema salute». Maglia nera alla calabrese Vibo Valentia, in coda alla classifica in compagnia di Catania, Napoli, Siracusa e Palermo: cinque province ricche di bellezze architettoniche e naturali che tuttavia non riescono a fare il «salto di qualità». – scrive Il Corriere della Sera
Campania e Sicilia in caduta libera
Vibo Valentia chiude la classifica sulla qualità della vita. La provincia calabrese si posiziona al 110° posto con in scia due grandi città, per storia, cultura e agglomerato urbano, come Catania e Napoli. Al capoluogo campano non bastano le grandi bellezze architettoniche e naturali per avvicinarsi all’élite della graduatoria. Crolla la Campania con Avellino al 105° posto, Caserta al 104° posto e Benevento che scivola dal 75° al 95° posto.
Dato negativo anche per la provincia di Salerno che passa dal settantatreesimo all’89° posto. Scivolano verso il fondo della classifica anche Palermo, Bari e Reggio Calabria. (scrive blastingnews.com)