Tra questi anche i suoi genitori, che da Westerbork furono poi deportati ad Auschwitz dove morirono nelle camere a gas. Le ferrovie olandesi guadagnarono denaro deportando migliaia di ebrei per conto degli occupanti nazisti. «Una pagina nera per la storia del Paese e della nostra compagnia», si legge in una nota diffusa dalla Ns.
Anche Anna Frank fu deportata a Westerbork, prima di morire nel campo di concentramento di Bergen-Belsen. La Ns ha annunciato che il compito di stabilire chi avrà diritto ai rimborsi per ragioni morali sarà affidato a una commissione, ma il portavoce della compagnia, Erik Kroeze, ha precisato che non ci sono ancora dettagli sulle tempistiche.
Non è chiaro quante persone saranno risarcite, né quando la commissione – che deve ancora essere formata – arriverà a delle conclusioni. Non è la prima volta che una compagnia ferroviaria in Europa si confronta con una pesante eredità storica. In passato hanno espresso rammarico per il loro ruolo storico anche le ferrovie francesi Sncf, riconoscendo che mezzi e personale della compagnia sono stati utilizzati per deportare 76mila persone in Germania. Sono oltre 100mila gli ebrei olandesi – circa il 70% della comunità nel Paese dell’epoca – che non sono sopravvissuti all’Olocausto e alla Seconda Guerra Mondiale.
La maggior parte viaggiò sui vagoni della Ns. La compagnia olandese si era scusata pubblicamente già nel 2005, ma fin qui si era sempre rifiutata di pagare risarcimenti individuali a parenti e sopravvissuti della Shoah. Dopo un lungo braccio di ferro, Muller ha ottenuto un incontro con il responsabile della compagnia, Roger van Boxtel. «La Ns riconosce che la sofferenza non è finita, che molti ebrei stanno ancora subendo le conseguenze», ha commentato Muller.