Argomento di discussione la chiusura della storica edicola di piazza Vescovado.
«Dire come ha fatto qualche giornalista sul quotidiano che il Comune non ha fatto niente evidentemente non conosce nemmeno la normativa che regola l’edicola, oramai è libera (la licenza ndr) la può prendere chiunque, il Comune non può costringere uno a dare gratuitamente un fabbricato. Quindi chi scrive queste cose dovrebbe saperle scrivere, non può azzardare sempre il Comune. Il Comune ha fatto cose bellissime in questo paese e lo stesso giornale di tutto ciò non ha mai parlato, la qualcosa deve preoccupare non me ma voi ravellesi, l’immagine di Ravello e gli operatori turistici di questo paese, che sponsorizzano (il giornale ndr)».
Durante il suo intervento il sindaco, seppur non citandolo, ha rivolto più volte il suo sguardo verso il direttore Amato seduto nella prima fila e che a quel punto chiede al segretario comunale di mettere a freno il primo cittadino, oramai a ruota libera nelle aspre critiche, ben identificabili verso la propria attività giornalistica.
Ed ecco che Di Martino va su tutte le furie: «Lei non deve parlare col segretario, deve stare zitto, la faccio allontanare, deve stare zitto, non mi può interrompere» mentre Amato (cittadino ravellese, già consigliere comunale), senza scomporsi, continua a difendere la propria linea, mai gradita all’avvocato e più volte in passato presa di mira.
«Non sto parlando di lei, sto dicendo: qualcuno scrive queste cose. Può darsi pure che parli di lei, poi me lo dirà in tribunale, mi citi in tribunale, adesso deve stare zitto» ribatte Di Martino che poi ha invitato l’agente della Polizia Locale ad allontanare il cronista dalla sala.
«Lo accompagna fuori per favore?» chiede alla vigilessa che, imbarazzata, indugia. «Certo che lo deve fare, lo prevede (il regolamento ndr)» ordina, ma immediatamente, in un attimo di lucidità, decide si sospendere la seduta così da poter consultare lo statuto per verificare la possibilità reale di allontanare il giornalista per “interruzione di pubblico servizio”.
Il regolamento è chiaro: il pubblico non può intervenire, né interrompere il regolare svolgimento Consiglio Comunale ma è anche vero che un componente del consesso non può rivolgersi a un componente l’uditorio come ha fatto Di Martino. Amato rimane in aula per tutta la durata dei lavori con Di Martino che non ha mai più fatto riferimenti alla stampa.