Ma ha visto un flash e il motivo lo ha scoperto quando gli è arrivata a casa una contravvenzione di 250 franchi. Il limite sul quel tratto di strada era infatti di 50 km/h. «Ho fatto affidamento su quello che mi diceva la mia auto – sbotta l’automobilista -, dando per scontato che ovviamente fosse corretto».
Ora l’uomo rivendica che parte della multa venga pagata dal produttore del suo veicolo. Una richiesta che la casa automobilistica non ha alcuna attenzione di accogliere: «Può capitare che il sistema non rilevi con esattezza i limiti di velocità. Pertanto, è sempre responsabilità dell’automobilista riconoscere correttamente la segnaletica stradale. È indicato anche nelle istruzioni al momento dell’acquisto del veicolo».
L’automobilista, però, sostiene di non avere mai riscontrato errori nel sistema, motivo per cui vi ha sempre fatto affidamento. «In caso di dubbio, allora, sarebbe meglio se non indicasse nulla».«Se il GPS indica di proseguire dritto e in quella direzione c’è una rampa di scale, l’automobilista si ferma e cambia itinerario. Lo stesso deve avvenire con i limiti di velocità. In definitiva, la responsabilità ricade sempre su chi si trova al volante».
Il consiglio naturalmente è di prendere i suggerimenti della tecnologia sempre con le pinze, accettare il supporto come un contributo a fare meglio, ma mai agire ciecamente e distrarsi dai reali pericoli della strada.
Non sempre infatti, rileva Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” questi navigatori sono perfettamente aggiornati nelle mappature, inoltre anche gli apparecchi elettronici sono soggetti ad errori di malfunzionamento. E’ la triste verità, in un mondo che va sempre di più verso la guida autonoma, ma che rischia di arrivarci con tanti interrogativi e paure.
Giovanni D’AGATA
scusate in francia esiste ancorala moneta unica cioe’ euro saluti federico