Al contrario, i veneti al primo affondo fanno centro con un cross teso dalla sinistra, Migliorini e Gigliotti scalano in marcatura, Vitale lo fa con un attimo di ritardo che risulta fatale. Per Strizzolo fare 1-0 sembra davvero troppo facile. Mister Colantuono negli spogliatoi suona la carica e punta forte sul figliol prodigo Rosina (entrato al posto dell’acciaccato Gigliotti). Con un modulo più propositivo, la Salernitana ci mette 3 minuti per pareggiare i conti, approfittando di uno svarione dei centrali del Cittadella.
Il mancino calabrese raccoglie l’invito di Casasola, entra in area e fredda in diagonale Paleari. L’inerzia del match sembra destinata a cambiare e invece neanche 5 minuti dopo il team di casa torna in vantaggio, grazia a diversi errori: Rosina è troppo distante dal giocatore che va al cross, sul traversone morbido di Rizzo, Mantovani si lascia anticipare da Panico (non certo un marcantonio), Micai sembra sorpreso e non trattiene un pallone apparentemente innocuo, Schenetti è più lesto rispetto a Migliorini e il suo tap-in è vincente.
La partita della Salernitana praticamente finisce qui. I granata perdono la bussola e lo testimonia un episodio in particolare: su una rarissima verticalizzazione in area, Bocalon anziché calciare in corsa da posizione favorevole cerca di allargare il gioco a destra per Casasola e l’azione si perde tra lo stupore generale.
La palla persa in uscita da Vitale costa poi addirittura il terzo gol al passivo, firmato ancora da Strizzolo, bravo a concretizzare una superiorità numerica in contropiede. Al di là dell’errore tecnico, che si può verificare e ci può stare, la sensazione è che la Salernitana avesse mollato gli ormeggi e che, per questo, è andata incontro ad una punizione anche più severa di quella che meritasse effettivamente.