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Era il maestro dei terremoti: muore a 77 anni il geofisico Enzo Boschi

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È morto il geofisico Enzo Boschi, a lungo alla guida dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv). Lo si apprende da ricercatori dell’istituto, che Boschi ha diretto per 12 anni, fino al 2011. In precedenza Enzo Boschi era stato a capo dell’Istituto Nazionale di Geofisica, dal quale è nato l’Ingv. I funerali sono previsti il 24 dicembre a Bologna. Avrebbe compiuto 77anni in febbraio. Boschi, nato ad Arezzo nel 1942, si è laureato in Fisica presso l’Università di Bologna.

Dopo aver proseguito gli studi in Inghilterra, Francia e Stati Uniti è stato nominato professore ordinario di Sismologia all’Università di Bologna nel 1975. Dal 1982 è socio dell’Accademia Nazionale dei Lincei e dal 1983 fa parte della Sezione Sismica della Commissione `Grandi Rischi´ dell’allora ministero per il coordinamento della Protezione Civile. Nel 1988 viene nominato presidente della commissione per la prevenzione dai disastri naturali del ministero dei Lavori Pubblici. Nel 1989 è nominato presidente del Consiglio Nazionale Geofisico (Conag) del ministero per l’Università e la ricerca scientifica e tecnologica. Nel 1991 viene nominato membro del comitato nazionale italiano per il «Decennio internazionale per la riduzione dei disastri naturali». Nel 1992 è membro dell’Accademia Europea. Nel 1996 diventa membro del consiglio d’amministrazione e vice presidente del Centro di Cultura Scientifica Ettore Majorana. Dal 1999 al 2011 è il presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, l’ente italiano che, fra le altre attività, gestisce la rete di controllo sui fenomeni sismici e vulcanici, e ha organizzato il monitoraggio di tutti i vulcani attivi italiani. L’11 agosto 2011 il ministro dell’Istruzione Maria Stella Gelmini, non potendo rinnovare ulteriormente il suo mandato, decide di sostituire Boschi alla presidenza dell’Ingv dopo 12 anni (28 se si conta anche il periodo alla guida dell’Ing) con Domenico Giardini, allievo dello stesso Boschi e da anni presidente del Centro sismico elvetico. Ha scritto oltre 200 pubblicazioni, fra cui alcune divulgative. Dopo il terremoto dell’Aquila del 6 aprile 2009 fu processato con l’accusa di omicidio colposo insieme ai componenti della Commissione nazionale per la previsione e la prevenzione dei grandi rischi (Franco Barberi, Bernardo De Bernardinis, Giulio Selvaggi, Gian Michele Calvi, Claudio Eva e Mauro Dolce), che si era riunita sei giorni prima del terremoto. L’accusa deriva dall’aver dato rassicurazioni infondate alla popolazione. Qualche anno fa l’assoluzione.

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