A prescindere, ci rendiamo conto che la tradizione dei regali è ormai radicata; fa parte della concezione stessa che abbiamo di questa festa.
D’altronde, quella del dono non è una pratica inventata da noi, ma affonda solide radici nel passato. Pensiamo, ad esempio, all’usanza dei Saturnali romani, ovvero le celebrazioni in onore dell’insediamento nel tempio del dio Saturno, salutate dal rituale delle strenne: piccoli doni simbolici di buon augurio.
Se, invece, andassimo alla ricerca dell’origine del Natale potremmo osservare che ne esiste uno dal punto di vista storico, geografico, storiografico, ed un altro che afferisce a quello mitico e mitologico, molto più antico, legato ai ritmi del sole e della luna, alle festività solari e al culto del “Sol Invictus”. Scopriamo, così, che tale celebrazione detiene sin dall’antichità una sua peculiare dimensione.
Dando, però, uno sguardo ai nostri tempi, possiamo rilevare come ormai questa festività non appartenga più solo ai cristiani, ma all’intera umanità, e non solo perché diffusa ad ogni parallelo. Essa ha assunto un significato universale e al contempo trasversale.
È la festa dell’Uomo, di Gesù Cristo. Ed insieme, come da antichissima tradizione, della Luce. È, dunque, la festa dell’Uomo che Riluce. Una celebrazione che resiste e va sempre più diffondendosi, nonostante le leggi del consumismo ne abbiano messo a dura prova il valore affettivo e soprattutto spirituale, rischiando di sporcarne il significato mistico e simbolico.
Al di là della cristianità, questo straordinario evento continua a coinvolgerci nel profondo. Ci parla con un linguaggio di cui sovente, ahimè, ci rendiamo conto di aver quasi scordato la grammatica, ma del quale la nostra anima riesce, tuttavia, a recepire il richiamo potente.
Sarà perché da quel Vagito si eleva, rinnova e diffonde un messaggio di amore e bellezza unico ed eterno che si rivolge alla storia, ai genitori, ai figli e a ciascun essere umano. A partire da chi si sente solo, escluso; da chi è costretto alle miserie dei margini, dagli ultimi.
Nella notte di Natale ognuno sa di avere il diritto di sentirsi avvolto da un abbraccio miracoloso: un dono speciale che include, unisce e rende uguali tutti. Sì, proprio tutti, nonostante già all’indomani, purtroppo, i più, puntualmente, se ne dimenticano.
di Tony Ardito
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