Mi domando cosa c’entri la stragrande maggioranza della tifoseria interista e per bene a cui vietare le trasferte perché qualche delinquente prende la scusa di una partita per sfogarsi a due chilometri da uno stadio. Se a due chilometri da un bar si accoltellano due persone, chiudi il bar? Così fai un torto a milioni di persone. Il problema è che spesso non è sufficiente essere beccati con un coltello o con un po’ di droga per farsi un po’ di galera.
La responsabilità penale è personale. Io sono assolutamente d’accordo sul fatto che Mazzoleni abbia deciso di continuare la partita: provate ad immaginare cosa sarebbe successo se avesse deciso di sospenderla. Molte trasmissioni non contribuiscono ad un clima sereno, perché se fai vedere 37 volte quell’episodio dando conto a tizio e a Caio, non contribuisci a creare un clima favorevole.
Evidentemente qualcosa nel sistema di prevenzione non ha funzionato, perché erano delinquenti e teppisti che arrivavano da altre regioni e dall’estero. Capisco le parole di Ancelotti, ma quando negli stadi di mezza Italia si sente dire “Milano in fiamme” è razzismo? Il razzismo è una cosa da idioti, ma attenzione a mettere tutto nello stesso calderone. A quel punto non giochiamo più a niente.
Se vogliamo davvero condannare e sconfiggere la violenza, non bisogna far finta che sia tutta la stessa roba. La tifoseria organizzata è composta da stragrande maggioranza da persone per bene, quelli di ieri non sono tifosi, sono delinquenti. Un tifoso non va allo stadio col coltello, quelli si sarebbero pestati e ammazzati con qualsiasi altra scusa. Credo che dare la fascia ad Asamoah sia solo e soltanto ipocrisia. Non penso che i milanisti, gli interisti e i napoletani siano razzisti, voglio che i violenti non mettano più piede negli stadi per il resto della loro vita”.