Il ranking, elaborato dall’Università dell’Indonesia (UI), impiega 6 indicatori di analisi: organizzazione e infrastrutture, energia e cambiamenti climatici, gestione dei rifiuti, gestione delle risorse idriche, trasporti e formazione in tema di ambiente.
L’Università di Salerno, sulla scorta dei punteggi ricevuti su ogni indicatore, si posiziona al 214° posto tra le università mondiali, recuperando rispetto al 2017 (294° posto) ben 80 posizioni. Tra gli indicatori su cui l’Ateneo ha mostrato una performance migliore vi sono: l’organizzazione degli spazi e le nuove infrastrutture realizzate nell’ottica del risparmio energetico e della sostenibilità ambientale. Nella classifica delle italiane, l’Università di Salerno è al 12° posto ed è l’unico ateneo del Centro-Sud, insieme a Bari, ad essere presente tra i primi atenei “green” d’Italia.
“Una bella soddisfazione – ha commentato il Rettore Aurelio Tommasetti – essere nella Top200 di questa classifica che valuta le strategie e le politiche di sviluppo del nostro Ateneo in termini di efficienza e di miglioramento delle performance energetiche ed ambientali. Una bella notizia che ci arriva ad inizio anno e che è frutto delle attività programmate nel tempo, sul versante infrastrutturale nonché su didattica e ricerca, grazie all’impegno del gruppo di lavoro coordinato dal Delegato alle Politiche di sostenibilità, il collega Vincenzo Piluso con i nostri uffici.
La pianificazione energetica dell’Ateneo si concentra su tre direttrici fondamentali: l’autoproduzione di energia elettrica e termica da fonti rinnovabili, il miglioramento delle performance energetiche delle strutture edilizie dei due Campus, ed infine, con il programma «Costruendo Unisa», la realizzazione di nuovi edifici in classe energetica LEED Gold che determinano, rispetto a quelli realizzati con le tradizionali tecnologie edilizie, significativi risparmi di energia con minori emissioni atmosferiche”.
“Un programma questo che riceverà – continua il Rettore – ulteriore linfa con il Piano di Energie rinnovabili già finanziato dal nostro Ateneo e volto a rendere i campus totalmente autosufficienti. Il risultato raggiunto è anche un messaggio rispetto ai principi di pulizia e trasparenza che guidano le nostre attività a livello organizzativo e gestionale”.